Categoria: eventi

Il Salone è finito (per quest’anno), viva il Salone

Me ne tornavo a casa tranquilla e soddisfatta dopo l’ultimo giorno di Salone quando mi sono imbattuta in questo articolo sulla Stampa di oggi

ok, leggiamo questo reportage e vediamo se le mie impressioni e quelle della giornalista che firma l’articolo coincidono.

Cominciamo malissimo:

“un punto di vista diverso dal solito e che si spera possa divertire” Carlotta Castelli deve essere una di quelle persone che hanno deciso di prendere la propria disabilità in un modo originale, forse nel tentativo di accettarla, chissà. A me quel diverso dal solito già ha fatto accapponare la pelle, arrivata al punto di vista che dovrebbe divertire sono sul piede di guerra. Cosa dovrebbe esserci di divertente? Ma forse sono io che sono prevenuta, magari il suo scritto era un po’ più articolato ed è stato tagliato per esigenze editoriali. Diamole il beneficio del dubbio. Anche il titolo è discutibile, visto che si contraddice, è a misura di disabile o è una fatica? O è un titolo volutamente ambiguo per indurti a leggere tutto l’articolo?

La giornalista parte con tutto l’occorrente e va al Salone il sabato pomeriggio. In macchina. Vorrei suggerirle per l’anno prossimo di lanciarsi nell’impresa con un mezzo pubblico, così, per completezza di cronaca. Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che da via Nizza la fermata della metropolitana non è poi così vicina all’ingresso della fiera, quella del pullman un po’ di più. In ogni caso c’è un lungo percorso attraverso il cortile del Lingotto, pavimentato in maniera approssimativa. Dopo i vari controlli gli accessi hanno due gradini (con mancorrente comodo) e il passaggio senza gradini è esattamente all’altro capo. Vabbè.

Ma c’era un’altra via! Quest’anno per la prima volta si poteva entrare anche dall’Oval, e sulla carta sembrava tutto molto comodo e lineare, e anche molto più vicino dalla fermata del pullman. Errore! Mai fidarsi di una mappa o delle indicazioni generiche del sito.

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Se ingrandite la foto leggerete il cartello che dice La piattaforma elevatrice a servizio dei binari 8 e 9 è fuori servizio. Ci scusiamo per il disagio. e poi altre indicazioni con chi prendersela per il disservizio. C’è anche un numero di telefono “in caso di necessità”. Chi risponde? Superman che arriva volando ed essendo fortissimo solleva carrozzina e disabile e la deposita gentilmente dall’altra parte del binario?

Ovviamente il passaggio, l’unico passaggio, per arrivare all’Oval passando dalla Stazione Ferroviaria è il binario 9.

C’è una scala, e sono passata da lì. Una scala dotata di mancorrente che senza nessuna plausibile ragione si interrompe a tre gradini dalla fine della salita. Avevano finito il metallo? L’architetto ha deciso che avrebbe stonato con i binari? Il tizio con l’uniforme arancione citato dal cartello sull’ascensore era imbarazzato e mortificato e molto gentile, io non ci ho neanche provato a prendermela con lui, ma mi immagino la scena con qualcuno che non aveva la possibilità di fare la scala, con una carrozzina magari di quelle elettriche e pesantissime, o anche solo un passeggino.

Ok, in qualche modo siamo dentro il Salone, da un lato o dall’altro.

Uno si immagina che l’Oval, essendo di più recente costruzione, sia anche più accessibile. Nuovo errore! Mai visto una pavimentazione in quello stato, il cortile esterno del Lingotto è liscio e accogliente, al confronto. Accuratamente ricoperto dalla diabolica moquette, è tutto un tombino, un avvallamento, un passacavi approssimativamente nascosto e per niente segnalato. Che poi accuratamente ricoperto mica tanto, io ci sono stata il giovedì pomeriggio e si stava già scollando in diversi punti, diventando così ancora più pericolosa. Paradossalmente erano in migliori condizioni i buoni vecchi padiglioni della ex fabbrica, a parte qua e là la moquette un po’ scollata, ma l’ho notata soprattutto oggi pomeriggio, ultimo giorno dopo cinque intensissimi giorni di passaggi continui.

Poi, come racconta la giornalista, molti stand, specie i più grandi (e per me meno interessanti, al Salone ci vado per i piccoli editori che fatico a trovare in libreria, per le cose curiose) sono fatti in maniera che ci si deve entrare, e quasi tutti hanno un piccolo (ma subdolo) dislivello rispetto al corridoio del padiglione, e hanno delle strettoie, delle parti inaccessibili a una carrozzina.

In definitiva, il sito del Salone proclama Al Salone non esistono barriere architettoniche ma lo scrive in fondo in fondo, un po’ nascosto, in coda a tutte le istruzioni per arrivare dalle stazioni e dall’aeroporto con qualsiasi mezzo. C’è anche una piccola svista nella distribuzione degli spazi del testo, come se quella frase fosse frutto di un copia-incolla, mettiamoci anche questo, dai. Io non capisco perché se cerchi informazioni su qualunque cosa, un museo, un hotel, di molti paesi esteri trovi in evidenza informazioni sull’accessibilità, è un vanto essere accessibili, e in Italia no. Giuro, un paio d’anni fa ho trovato un albergo in Liguria che si spacciava per accessibile e poi esaminando le foto navigabili aveva una scalinata senza mancorrente che terminava contro una porta a vetri scorrevole. E no, non c’era un altro ingresso. (se ci fosse stato, sarebbe stato probabilmente passando dallo scantinato…) Alla fine ne ho scelto uno che mi sembrava decente e poi ho telefonato e ho chiesto conferma.

Diciamo che con un po’ di impegno e se hai comunque un’accettabile livello di autonomia te la puoi cavare.

È andata anche quest’anno, l’ho girato in lungo e in largo, sono riuscita a non farmi travolgere da nessuna scolaresca, ho fatto abbastanza attenzione ai gradini, ai passacavi e alla moquette scollata. Non ho avuto bisogno del bagno, solitamente un capitolo dolentissimo, ma chissà, magari sono migliorati, diamogli il beneficio del dubbio anche qui. Ho bevuto un caffè orribile e ho strapagato una bottiglietta d’acqua. Ma è il Salone, bellezza. E lo amiamo lo stesso, e siamo pronti per l’edizione n.33, dal 14 al 18 maggio 2020.

Signorina Bertero, dattilografa

Sono appena tornata dai festeggiamenti per il 5° anniversario del Museo Storico della Reale Mutua.

Per la seconda volta, dopo la Notte degli Archivi di giugno scorso, Alice Basso (e le Soundscape 2.0, ovvero il gruppo con cui suona) ha portato in scena Signorina Bertero, dattilografa. E per la seconda volta GTT ha proclamato uno sciopero proprio per quella giornata. Ma stavolta l’ho avuta vinta io. Ho dubitato di riuscirci perché una volta trovato il pullman (nonostante lo sciopero) c’era la strada chiusa dai vigili e neanche il povero autista aveva idea del perché e di dove avrebbe dovuto deviare, ma alla fine sono arrivata a tempo. C’era il pienone, e il tipo di Reale che ha presentato la serata era tutto contento e secondo me si stava domandando perché mai ci fosse tutta quella gente per festeggiare il compleanno di un museo storico di un’azienda. Sì, ok, il buffet, ma…

In questi tempi bui per le donne, Alice è riuscita a scovare una storia (vera, un po’ romanzata come lei stessa spiega nella conclusione dello spettacolo) di una ragazza tostissima, prima impiegata donna in un’azienda totalmente maschile, in uno stato che aveva per legge la proibizione del lavoro per le donne sposate (avevano l’obbligo di lasciare il lavoro nel momento in cui avessero deciso di sposarsi, e la percentuale di single era molto più bassa di adesso). Questa legge è stata ufficialmente abolita soltanto all’inizio degli anni ’60…

Alice ha raccontato che quando era stata contattata per partecipare alla Notte degli Archivi aveva fatto la visita al Museo Storico della Reale Mutua, che era l’archivio che le era stato assegnato, e quando aveva visto in una sala la foto delle prime impiegate donne le era scattata subito l’idea. Idea che è poi stata sviluppata e articolata in un racconto intervallato da brani musicali e parzialmente recitato da lei stessa e dalle ragazze del suo gruppo musicale. Reale Mutua ha poi voluto replicare lo spettacolo in occasione del compleanno, che combinazione cade proprio l’8marzo, giornata della donna. Quale modo migliore per festeggiare la ricorrenza? (c’era anche la mimosa, e una splendida torta tutta decorata, ma il timore per lo sciopero e la mia naturale avversione per la folla mi hanno fatto desistere e alla fine dello spettacolo sono fuggita).

Se vi interessa leggere il testo, in attesa – chissà – di un’altra occasione di vedere lo spettacolo dal vivo, potete trovarlo gratuitamente sul sito di Reale Mutua a questo indirizzo, in pdf.

Salone Internazionale del Libro di Torino – edizione n.32

Ci siamo, è stata appena presentata la nuova edizione del Salone del Libro che si svolgerà a Torino dal 9 al 13 maggio 2019. Non vedo l’ora!

Esaurite – si spera – le polemiche e gli strascichi giudiziari che hanno accompagnato e tormentato queste ultime edizioni (peraltro di grandissimo successo) e ancora una volta sotto la direzione di Nicola Lagioia, si riparte: mancano due mesi praticamente tondi tondi.

Non ci sarà più il padiglione 5, ma ci sarà l’Oval: più metri quadri in termini assoluti, speriamo bene perché ricordo un’edizione di qualche tempo fa in cui già era stato fatto questo tentativo e l’Oval era terribilmente lontano e scollegato dagli altri padiglioni. In realtà non è così lontano, ma se sei già stanco per aver macinato chilometri fra le corsie dei padiglioni tradizionali e ti trovi a fare un percorso squallidino in mezzo al parcheggio, l’Oval rischia di sembrare un miraggio sempre alla stessa distanza…

Il manifesto è opera di MP5, un’autrice nota per aver disegnato anche i manifesti di Non Una Di Meno e in generale per il suo impegno sull’uguaglianza di genere. Il titolo-tema del Salone è una citazione, infatti è il sottotitolo di un’opera di Cortàzar. Quest’anno non ci sarà un paese ospite, ma una lingua, lo spagnolo, parlato da milioni di persone sparse per le diverse parti del mondo.

Un giorno, tutto questo… #salto18

SalTo18

Correva l’anno 1988 e il 18 maggio a Torino Esposizioni aprì il primo Salone del Libro di Torino.
Ci lavoravano da anni Angelo Pezzana e Guido Accornero e s’erano presi insulti e sberleffi un po’ da tutte le parti. Invece, centomila visitatori e 553 espositori, niente male come prima edizione ;) SalTo prima edizione
Io avevo… vabbè, diciamolo, avevo sedici anni ed ero un’adolescente disadattata solitaria e gran lettrice.
Sinceramente non posso giurare di esserci andata, a quella prima edizione. Non lo ricordo, e me ne dispiace. Il trasloco al LingottoFiere è del 1992, e io sono assolutamente certa di essere andata più di una volta a Torino Esposizioni, quindi se non proprio alla prima, alla seconda di sicuro sì.
In seguito, ci sono andata quasi sempre, potrei aver saltato un paio d’anni. Insomma, in tutto ho idea di aver visto almeno 26 o 27 delle 31 edizioni fatte finora. La maggior parte per conto mio, forse una o due con la scuola, molte dall’altra parte del bancone, diciamo così. Ho aiutato amici che avevano lo stand, ne ho fatta una da espositore quando avevo la libreria e venne deciso che TorinoComics sarebbe stata una costola del Salone (il matrimonio durò un solo anno, ma fu mitico), diverse come “addetto ai lavori” quando lavoravo per un giornale politico, e poi in biblioteca, o comunque come libraio non espositore.
Avevo una passione per l’orario serale, abolito da un paio d’anni, e per il lunedì, giorno tradizionalmente un po’ più tranquillo e reso interessante da qualche sconto dell’ultimo momento. Spesso i messaggi di chiusura mi coglievano ancora intenta a gironzolare fra gli stand che stavano iniziando a raccogliere i libri e a smontare tutto. Un poco malinconico ma affascinante. Così come trovo ancora emozionante entrare, come ieri, mentre fervono gli ultimi lavori e tutto sa ancora di colla e di vernici e c’è un casino pazzesco, che per miracolo la mattina dopo si trasformerà in ordine e pulizia. Continue reading

Vittoria – e ci aggiungo anche il punto esclamativo!

Giovedì 19 aprile è uscito il nuovo romanzo di Barbara Fiorio, Vittoria (Feltrinelli).
Barbara Fiorio è la prima scrittrice a cui ho chiesto l’amicizia su FB dopo aver letto un suo libro, vergognandomi come se fosse una cosa brutta fare la fan un po’ esaltata. Ancora adesso, quando lo faccio, cerco sempre una ragione, accompagno la richiesta con una sorta di motivazione, cerco di far capire che i libri di quell’autore io li ho letti davvero… Beh, con Barbara la motivazione era un po’ debolina, ho una gatta (la mia però è femmina) che si chiama Diesel. Nel suo Buona Fortuna, il primo che ho letto, c’era un gatto maschio di nome Diesel. C’è quasi sempre un gatto nei libri di Barbara, e ce ne sono due – attualmente – nella sua vita reale: Brodo e Giuggiola. Sembra che Brodo abbia preso male la notizia che l’editore aveva scelto un gatto-modello che neanche gli somiglia per la copertina del libro, ma tutti i suoi fans su FB si sono adoperati per consolarlo. Speriamo di averlo convinto.
Scoperto che nel tour promozionale di Vittoria non c’era una tappa torinese, o almeno non è prevista a breve, e che per la prima uscita, ovviamente a Genova, la spalla di Barbara sarebbe stata Alice Basso, beh, mi sono decisa: un giorno di ferie, uno sguardo alle previsioni del meteo e via, Genova è a un paio d’ore di treno, e la libreria abbastanza vicino alla stazione.
Poi mi sono persa, e l’abbastanza vicino ha perso parzialmente di significato, ma pazienza.
Perdendomi ho visto questa curiosa installazione e direi che ha ripagato la deviazione non prevista.

installazione ombrelli

Evviva le gite, anche se fino a mezzora prima di partire penso sempre a quali scuse potrei usare per non salire sul treno, mi faccio mille paranoie, e poi mi diverto.
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Manualmente di primavera

Manualmente 2018

Lo scorso weekend c’è stato Manualmente, l’edizione di primavera.
Una volta c’era solo in autunno, verso fine settembre, e io sbirciavo i manifesti sognando di saper fare un pupazzo come quello del logo dell’epoca:

(la prima edizione è credo del 2003, e le mie nozioni creative in fatto di cucito, maglia et similia erano molto scarse e molto impolverate)
Poi sono successe un po’ di cose, ho cambiato vita due o tre volte, e scoprire di saper fare cose con le mie mani mi ha aiutato a non sprofondare troppo nella crisi personale. Era il 2012 quando telefonai molto titubante a un numero stampato su un volantino che pubblicizzava un corso di cucito creativo e domandai “Ma posso venire anche se non so tenere un ago in mano?” Il volantino era di quella che ora si chiama La Fabbrica del Chinino, ed è stato uno dei luoghi-chiave della mia sopravvivenza durante un lungo periodo di disoccupazione. Ho imparato a cucire, o almeno ad aggiustarmi anche se le mie cuciture non sono perfette, a usare la macchina da cucire e soprattutto ho riscoperto i rapporti umani e la solidarietà. Sapevo usare l’uncinetto dai tempi della scuola elementare, e dall’uncinetto alla maglia il passo è stato breve. Oltre al cucito abbiamo organizzato un knit café, e poi ho imparato a destreggiarmi anche in altre attività creative. Dalla Fabbrica del Chinino mi sono allargata ad altri ritrovi, in parte con le stesse persone e in parte con altre. C’è stata una stagione in cui dovevo “incrociare” nel modo giusto gli impegni per far sì che si alternassero nelle settimane, visto che l’ubiquità non la posseggo ancora! E poi ho trovato un nuovo lavoro, anche se è comunque precario, ma la passione per le arti creative non è venuta meno, anche se ho dovuto ridimensionare la quantità e la logistica degli impegni.

Manualmente 2018
Manualmente 2018

Così, dopo diversi passaggi a Manualmente come visitatore, e un’edizione fatta dall’interno con Libri Letti ai Ferri, venerdì scorso ci sono tornata con le amiche a fare un giro.
Negli anni ho visto andare e venire le mode, aumentare e diminuire gli stand dedicati a questo o quell’hobby…
Quest’edizione mi è parsa un poco in tono minore, gente ce n’era sempre tanta, abbiamo fatto un bel po’ di coda per entrare, ma il padiglione era utilizzato solo in parte, e la zona più periferica era chiusa con transenne e pannelli che facevano sembrare lo spazio più piccolo, come si fa a teatro quando non sono stati venduti tutti i biglietti. Di filati, lane, cotoni e chi più ne ha più ne metta c’erano i soliti stand, pochi, e senza particolari novità. C’erano un sacco di bottoni (e infatti le mie amiche ne hanno comperati in quantità!) che in effetti possono essere usati non solo per il cucito. Anche per l’altra mia attuale passione, la cartoleria e la decorazione su carta non c’era nulla di particolarmente memorabile. Mancava anche lo stand dell’ASI dove a settembre scorso avevo seguito un’interessante dimostrazione.
L’impressione, per quel che mi riguarda, è che l’edizione forte sia quella autunnale, e quella di aprile sia un’aggiunta dettata forse da esigenze commerciali, ma meno sentita.

Alice Basso al Circolo dei Lettori con Libri letti ai ferri e Carta e penna

Alice Basso

Sabato 10 febbraio 2018, dalle 10 alle 12, appuntamento col nostro knit café letterario presso il Circolo dei Lettori di via Bogino 9 Torino.
E io stavolta oltre a essere come sempre un po’ intimidita dall’ambiente sono emozionatissima perché avremo ospite Alice Basso!

Chi mi conosce di persona o segue questo blog saprà che negli ultimi mesi ne ho parlato spessissimo… spero di non avervi ancora stufato e che siate curiosi di conoscerla direttamente!

Era una notte buia e tempestosa… no, non è vero :P
Era una noiosa mattinata estiva in ufficio in cui c’era poco da fare quando mi sono imbattuta assolutamente per caso in una recensione del suo ultimo libro, Non ditelo allo scrittore (Garzanti). Ed è stato amore a prima vista, poi confermato dalla lettura (e rilettura… una cosa che non mi capitava da un po’) dei tre libri usciti finora della serie dedicata a Vani Sarca, di professione ghostwriter. E infine dalla conoscenza, prima virtuale e poi anche diretta, di Alice, che è persona squisita e divertentissima.
E quindi… sono orgogliosa, emozionata e anche un pochino intimidita all’idea di ospitarla nel nostro appuntamento mensile al Circolo dei Lettori. Cercheremo di esorcizzare insieme quel filo d’ansia che i parquet d’epoca che scricchiolano a ogni passo e i ricchi stucchi delle sale provocano credo un po’ a chiunque, e sarà strano trovarsi in qualche modo dentro al libro, perché c’è una scena ambientata proprio al Circolo… magari ve la leggeremo insieme.

copertina
copertina

Ufficialmente in questo incontro Alice Basso presenterà il terzo libro della serie, ovvero il più recente, ma tranquilli, parleremo un po’ di tutti e tre in modo che chi ancora non conosce Vani, la protagonista, abbia modo di innamorarsene come è successo a me.

PS L’incontro – come sempre – è aperto a tutti, anche a chi non ha con sé il proprio lavoro a maglia.

Gennaio con Libri letti ai ferri

Anche se gennaio “inizia tardi” per via delle feste, noi di Libri letti ai ferri non stiamo certo ferme!
Riprendiamo gli incontri nel laboratorio di Margherita (VIACALIMALA via Monti 9bis Torino) a partire da mercoledì 10 gennaio, con una variazione importante: ci vedremo ogni quindici giorni, ma per un numero di ore maggiore: a gennaio dunque gli appuntamenti saranno il 10 e il 24, sempre di mercoledì, che è il nostro giorno, dalle 17 alle 20.

Sabato 13 gennaio ci sarà invece il knit al Circolo dei Lettori. Questo mese saranno nostre ospiti due poetesse che hanno scelto di pubblicare insieme i loro componimenti: Daniela Della Casa con il libro HO DANZATO CON TE e Gigliola Magnetti con DENTRO IL MIO BIANCO edito da Carta e Penna.
Circolo dei Lettori, via Bogino 9, dalle 10 alle 12 di sabato 13 gennaio 2018.

Ma non posso non anticipare qualcosa sull’incontro di febbraio!
10 febbraio ore 10: Alice Basso.
per ora dico solo questo…

Una settimana intensa con Libri letti ai ferri

Mercoledì 29 novembre nell’appuntamento settimanale di Libri letti ai ferri avremo ospite Roberto Turolla, che ci parlerà del suo libro Racconti del buio (Golem Edizioni), dieci racconti in cui il leitmotiv delle storie è proprio il buio. I protagonisti si ritrovano per vari motivi a vivere un momento di momentanea cecità. Introduce e modera l’incontro Massimo Tallone, che ha scritto la prefazione a questa raccolta di racconti.
Ci troviamo alle 17 in via Monti 9bis.

Giovedì 30 la nostra padrona di casa Margherita festeggia il compleanno del suo atelier VIACALIMALA e com’è ormai tradizione dà inizio al periodo natalizio. Dalle 15 Elena Grecchi, la nostra maestra preferita per i lavori ai ferri, ci presenta Frida, un bellissimo scialle multicolor che potremo avviare con il nuovo filato Calisfera. Poi potremo conoscere Daniela Madeddu, in arte Mad, che realizza ritratti psicosomatici e che dalle 18.30 potremo ammirare ne I diari di MadamFrida, uno spettacolo, una performance pittorica e musicale che in un’ora condensa e ripercorre alcune tappe della vita della pittrice messicana. Iscrizione richiesta per le varie attività della giornata mandando una mail a shop@viacalimala.it o telefonicamente al 3398555709.

Ma non è finita!

Sabato 2 dicembre dalle 10 alle 12 concluderemo questo intenso 2017 al Circolo dei Lettori con Consolata Lanza che ci presenterà il suo nuovo lavoro (il decimo!) Il cuore in ballo (Buckfast edizioni) C’è Angelica, c’è Decembrina, c’é Jerry Vinzanola del Bronx, c’è Amapola, c’è don Ferruccio, c’è Porzia Milletarì, c’è Luca il carinissimo, c’è Ginni la donna vincente, e molti altri. E soprattutto c’è Bolzaretto Superiore.
Consolata Lanza anche se si rifiuta di riprendere in mano i ferri è una delle nostre storiche amiche. Oltre a scrivere racconti e romanzi recensisce libri perlopiù “nascosti”, fuori dai grandi circuiti e quindi più difficili da scovare senza l’aiuto dell’Anaconda Anoressica, il suo blog.

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