Ci sono, anche se non sembra…

Sto scrivendo poco in questo periodo.
Cioè, sto scrivendo moltissimo in questo periodo.
;-)
Solo che non sto scrivendo sul blog.
Erano tanti anni che non mi mettevo a scrivere per il gusto di farlo, e non lo avevo mai affrontato come sto facendo adesso, quasi come se fosse un compito da portare alla fine. Quand’ero ragazzina scrivevo di getto, d’istinto. Se finiva il tempo, difficilmente riprendevo in mano il lavoro interrotto. Adesso invece sto facendo una cosa davvero incredibile per me che a scuola “facevo finta” di fare la brutta dei temi e la scrivevo (male) alla fine tanto per dare il contentino all’insegnante. Sto rielaborando una cosa che ho scritto quest’estate, che ho scritto a mano, su un quaderno, scrivendo dove e quando capitava, ritagliandomi il tempo per farlo. Veramente volevo solo trascriverla sul computer, ma è finita che sto cesellando su quello che avevo scritto. Faccio quasi la persona seria!
Questa cosa mi sta portando via tantissimo tempo ma ho ormai fretta di finire, ho sempre un po’ paura che mi passi la voglia e invece ci tengo molto ad arrivare alla conclusione. Se ci arrivo, non so se metterò on line quello che ho scritto. Questo devo ancora deciderlo.
Vedremo.

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ciao! sono tornato (purtroppo)
orsodingo (email) (link) – 01 09 2005 – 16:53

Toni e Diesel dal veterinario

Lunedì abbiamo fatto l’annuale visita dal vet.
Toni ha cercato di opporsi con tutte le sue forze al trasportino, ma alla fine ha dovuto arrendersi alla peraltro brevissima prigionia. Diesel invece ci è entrata quasi di sua volontà. Durante il viaggio hanno miagolato come due ossesse: non ho ancora capito se è il trasportino, il fatto di essere fuori casa, la macchina o cosa che dà così tanto fastidio.
Il vet ha iniziato da Toni: ha dovuto tirarla fuori praticamente smontando il trasportino, ovviamente dopo aver cercato di non entrarci non voleva più uscirne. Come di consueto è stata buonissima, credo che in realtà sia pressochè paralizzata dal terrore, ma quello che si vede è che non oppone resistenza alcuna e si lascia visitare senza cercare di squartare il dottore.
Poi è venuto il turno di Diesel, e qui ero più preoccupata per la sua vivacità. Ma tutto sommato si è comportata più che bene: leggermente intimidita dall’ambiente sconosciuto è stata abbastanza brava. Ha perfino dovuto subire una piccola “tortura”: per esaminare una strana crostina che ha sul mento il vet le ha appiccicato un pezzetto di nastro adesivo sul pelo e poi l’ha strappato via! Non ha detto “miao”. Si è lasciata medicare e vaccinare e riporre nel trasportino, al punto che sicuramente sarò sembrata esagerata nel descriverla come una piccola peste!
Purtroppo dobbiamo applicarle un funghicida per una settimana su quell’abrasione. Il vet l’ha fatto senza alcuna fatica.
Ieri sera ci abbiamo provato noi.
In un turbinio di zampe, coda e orecchie e miagolii ha spazzato tutto quello che c’era sul tavolo in quel momento, ha graffiato a sangue il povero Alessio che cercava di tenerla ferma e alla fine è scappata a nascondersi dopo essere stata appena marginalmente sfiorata dal batuffolo imbevuto che non ha nessun odore e non fa male, visto che si lascia toccare anche in quel punto.
Stasera si replica… qualcuno ha qualche suggerimento da fornire?

La soluzione vera ai tuoi falsi problemi

dondy2

Non è adorabile?
Questo “coso” funziona a batteria solare, basta un po’ di luce e scuote la testa, lentamente e con un ritmo molto rilassante. E in effetti è vero, è davvero rilassante.

La cosa inquietante è lo slogan con cui viene pubblicizzato:
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Intanto, se i problemi sono veri o no saranno fatti miei, no? e poi proprio la soluzione, mah, mi pare un po’ eccessivo… però effettivamente rilassarsi aiuta a vederli nella giusta prospettiva!

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Santi dei che spavento.
Sono pazzi stì giapo.
___
LordMax – 22 08 2005 – 14:10

Io ce l’ho!!!!!!!! E’ troppo simpaticoooooo!!!!!!!! W DONDY!!!!!!!!!!!
ale – 25 12 2005 – 15:52

Il mio nick

Mi sono resa conto di non aver mai raccontato nulla dell’orgine del mio nick. Hachi è il soprannome di Nana, dell’omonimo fumetto. Nel layout del sito c’è ovviamente un disegno che la raffigura. Hachi è il nome “comune” dei cani in Giappone, come da noi Fido o Bobi (ma esistono ancora cani che si chiamano così?) e ho trovato on line una bella storia riguardo all’Hachi più famoso, a cui è stata dedicata anche una statua!

Il quartiere di Shibuya, Tokyo, ormai è conosciuto come la capitale della moda giovanile nipponica. Ma questo stesso quartiere è famosissimo per un’altra ragione, per ospitare il cane più famoso del Giappone… Qual è il cane più famoso del paese? Aibo? Ma no… si tratta di Hachi, un cane di razza akita, vissuto dal 1923 al 1935. La sua statua di bronzo si trova davanti la Stazione di Shibuya sin dal 1934, e rappresenta ancora oggi il luogo d’appuntamento più popolare in Giappone. Se fissi un appuntamento là, anche se non sei di Tokyo, non puoi sbagliare. Attorno alla statua di Hachi c’è sempre una folla di gente, giovani e anziani.
Hachi è nato nel 1923 ad Akita (una città del nord del Giappone) ed è stato adottato da un signore di Tokyo. Fin da piccolo ogni mattina accompagnava il suo padrone che andava a lavorare alla stazione di Shibuya e la sera lo andava a prendere. Dopo la morte del padrone (per un incidente), Hachi ha continuato ad aspettarlo alla stazione per altri 10 anni fino alla propria morte. La sua fedeltà venne resa pubblica a tutto il paese grazie al quotidiano nazionale Asahi che nel 1932 lo nominò “Cane di Fedeltà”, e nel 1934 (mentre Hachi era ancora vivo) costruì la sua statua di bronzo. Durante la II Guerra Mondiale la statua fu fusa per la produzione di armi, ma nel 1948 fu ricostruita.
Accarezzate spesso, le zampe anteriori, il naso e la corda di Hachi sono molto consumati e lucidi.
Un agente immobiliare dice: “Fisso gli appuntamenti qui con i clienti 4-5 volte al mese, quando devo far loro vedere degli immobili a Shibuya. Se fisso l’appuntamento qui davanti a Hachi, non so perché ma spesso riesco a concludere gli affari. Perciò mi sono affezionato di più, e per ringraziarlo lo accarezzo…”.
Una liceale che aspetta sua sorella commenta: “Fisso l’appuntamento numerose volte davanti a Hachi. Mi piace aspettare la gente guardando le spalle di Hachi. La solitudine di Hachi che continuava ad aspettare il suo padrone credendo che venisse sembra un po’ somigliare a me.”
La storia di Hachi è così famosa che piazza Hachi è diventata quasi un’attrazione turistica: da tutte le parti del Giappone arrivano giovani studenti delle medie in gita scolastica per visitarlo e saperne di più.
Ogni anno all’anniversario della morte di Hachi si svolge una cerimonia, e davanti alla statua la gente lascia dei fiori, del cibo o delle caramelle. Quest’anno, al sessantacinquesimo anniversario, hanno messo una scatola per la raccolta di fondi, e hanno raccolto ¥17,547 (circa £ 350.000) in un solo giorno. Hanno contribuito soprattutto i giovani. I fondi verranno utilizzati per la pubblicazione di un libro su Hachi.
Un dipendente della stazione di Shibuya che di solito si prende cura del cane di bronzo dice: “La statua non parla, ma la gente comprende anche oggi l’importanza d’amare gli altri come Hachi ci aveva insegnato.”
Ecco il segreto dell’immortale popolarità di Hachi.

Qui il racconto completo.

Il punto di vista di Diesel

(questo è un raccontino che ho scritto dopo una fuga della mia gatta. In originale era “nascosto” e sul blog c’era solo il link, ed era anche tutto bello impaginato con tanto di foto di gatto pressochè identico a Diesel. Se ci riesco lo ripristino così, al momento lo inserisco e basta perchè ho paura di perderlo…)

Mmmhh, che noia! mi sto davvero stufando… la mia vita è troppo piatta. E dire che invece secondo Salem ed Eraclito è avventurosa. Mah. Loro effettivamente passano molto tempo in casa da soli, proprio come me, però sono ancora più soli. E i loro umani sono persone così prevedibili… orari regolari, ciotola piena ad orari fissi, arrivano a casa più o meno sempre alla stessa ora. Mi invidiano quei due che dovrebbero occuparsi del mio benessere! Sono buoni, eh, non voglio dire, ma sono anche strani…La mamma è sempre molto apprensiva solo perchè io sono un po’ vivace, però adesso s’è convinta anche lei e la sera mi lasciano la porta aperta sul balcone. Papà invece è molto più diretto e mi invita sempre, di nascosto, a darmi un po’ più da fare e esplorare il mondo e cercarmi un bel gattone… non è che abbia ben chiaro cosa significa, io conosco già gli altri mici del palazzo. Anzi, no, me ne manca uno: sembra che i nuovi vicini vivano anche loro con un gatto, ma non si è ancora visto, l’ho solo fiutato.
Che noia! me ne sto qui sul balcone a godermi l’aria notturna un pochino più fresca. Non so cosa fare per passare il tempo. Mah. Cerchiamo di dormirci su, c’è poco da fare… potrei provare a contare i topolini, per addormentarmi, non ho mica sonno. E fa troppo caldo. Ehi, c’è Salem, laggiù! s’è fatto di nuovo chiudere fuori, il furbone. Ormai la sua umana ci è abituata, se quando è ora di chiudere le persiane lui non c’è e non risponde al secondo, massimo terzo richiamo, lei chiude. E lui resta fuori tutta la notte. Salem, amico mio, vieni a tenermi un po’ di compagnia?
– Ciao micina, che c’è?
– Mi annoio, non riesco a dormire, non ho sonno. Ti ha di nuovo chiuso fuori?
– Ma no, mi lascia uno spiraglio, quando voglio rientro. e tu che fai qui sul balcone?
– Mi godo un po’ il fresco, vedi, i miei umani lasciano spalancato, non ho problemi di finestre chiuse.
– Beh, ma tu al limite te ne stai qui, perchè non vieni a fare un giro sul serio? c’è il balcone del quarto piano che ha delle piante gustosissime!
– Ma io non sono mai stata in giro, non vado fuori dal mio balcone. La mamma non vuole. Strilla quando mi sporgo tra le sbarre…
– Che noiosa la tua umana! Lo faceva anche la mia, ma poi l’ho abituata. Se ubbidisci sempre, continuerà così. Sei un gatto, devi importi di più!
– No, preferisco star qui. Vieni anche tu sul mio balcone, c’è l’erba gatta nuova nuova, non ti va?
– E la tua socia?
– Dorme di là, sul letto. Avrai mica paura di Toni? E’ inoffensiva, non è nemmeno tanto veloce quando mi corre dietro, è pesante!
– Per forza, tu sei pelle e ossa… ma mangi abbastanza? o mangia tutto lei? Comunque, non è che abbia proprio paura di Toni, è che non siamo mai andati d’accordo, io e lei, non so nemmeno bene io perchè. Sai che una volta mi ha fatto cadere da qui? Non mi sono fatto nulla, però da allora preferisco restare a distanza, sai com’è…
– Veramente?! non ne sapevo nulla! com’è successo? ma dai, Toni è buona, alla fin fine! Non mi prendere in giro! e poi ha paura di salire sulla ringhiera, non può averti fatto cadere!
– Ci è riuscita lo stesso, guarda che è più furba di quel che può sembrare.. in fondo è pur sempre la gatta anziana del condominio, un po’ di rispetto glielo si deve. E’ vero, lei non sale sulla ringhiera, ma stando sotto fa casino e molla dei fendenti in aria… io mi sono distratto, mi sono sbilanciato e sono finito di sotto… ero poco più che un cucciolo, adesso non me la farebbe più così facilmente. Si è spaventata anche lei, quella volta, credeva di avermi ammazzato! si è poi scusata, ma io preferisco non scendere sul vostro balcone… una volta m’è andata bene, e abbiamo sette vite, ma eviterei di sprecarle così…
– Non me l’ha mai raccontato, sai? A volte credo di starle un po’ antipatica, o di darle fastidio, invece vorrei tanto piacerle…
– Su, non metterti a fare la lamentosa! Allora, vieni o no? Mi sono stufato di stare qui in equilibrio precario!
– Mah, non so… io… è difficile arrivare fin lì?
– No che non è difficile, dai, sali sulla ringhiera, di qui non c’è pericolo, c’è il balcone. Poi metti le zampe sul balcone di sopra, prendi lo slancio e via! Coraggio!
Oddio, ho paura! e se sbaglio il salto? ma non devo fare in modo che se ne accorga, altrimenti poi mi prenderà in giro a vita. Se solo Toni venisse a fare un giro proprio adesso, almeno avrei la scusa buona per rinunciare! Invece mi sa che dorme beata, e magari la mamma la tiene anche abbracciata, e si fanno le fusa… mentre io qui fuori… uff! Devo farlo, ‘sto salto, non posso più tirarmi indietro, speriamo che sia vero quello che ha detto Salem!
– Allora, piccola? ti decidi?
– Ehm.. ecco… arrivo!!
Fatto, sono saltata. Non ho capito bene come, ma sono dall’altra parte, sul balcone di sopra. Mmmh, non male la vista da quest’angolazione! e che bel balcone lungo! Che pianta sarà questa? ha un buon profumo…
– Ehi, Salem, aspettami! dove sei? … Salem? non lasciarmi qui sola!
– Cosa strilli? vuoi svegliare tutto il cortile? sono qui! vieni, dai, di qui ci sono le scale, è facile passare da un piano all’altro, vieni!
– Arrivo, arrivo… ma lasciami il tempo di guardarmi attorno, tu conosci tutto qui, io è la prima volta che posso scorrazzare dove voglio!
Lo so che è sempre il mio cortile, che guardo sempre e di cui conosco ogni pietra (noi gatti ci vediamo bene!) però visto di qui sembra tutto diverso… è la libertà? eppure prima che mi trovassero più che libera mi sentivo randagia e basta. Non tornerei a quella vita per nessun motivo, troppo faticosa e troppo pericolosa. Io sono una micetta per bene… sono anche un pochettino schizzinosa sul cibo e sulla cassetta, lo ammetto. Ma poter girare un po’ per conto mio, andare dove voglio e poi tornare a casa quando è ora di mangiare o quando fa troppo freddo… ecco, così sarebbe perfetto. Ehi, un insetto! al volo, gnam! buono, perfino i moscerini paiono più buoni! e quella pianta? che bei fiori! e laggiù? adesso scendo a vedere… mmh.. comodo questo zerbino… quasi quasi mi faccio un riposino qui.

– Eh? Cosa? Che c’è?
Ommamma, dove sono? mi sono addormentata! ehi, ma non è il mio balcone! dove sono?
Ah, Salem… ora ricordo.
-Salem! Salem, dove sei? Salem!
Sparito. Mi ha mollato così, senza farsi problemi… starà già a dormire su una poltrona, quel gattastro! se solo riuscissi ad individuare dove… non trovo più i miei punti di riferimento! Vabbè, cerchiamo. Certo che tutta sola… mica mi piace tanto. Poteva non lasciarmi qui, uffa. Che gli costava chiamarmi? Mi svegliava, e io andavo… mica sono più un cucciolo che si addormenta di colpo! Sono rimasta piccola, ma sono un gatto adulto. Posso benissimo farmi tutta la notte sveglia, vabbè, mi sono addormentata, ma perchè non avevo altro da fare, ero tranquilla e rilassata, solo per questo. Credevo che ci fosse anche lui qui con me, e invece…
-Salem!
Io ho paura. E’ buio. Lo so, lo so, sono un gatto, dovrei vedere al buio quasi quanto con la luce… non sono allenata. O sono la prima gatta miope al mondo. Non vedo dove metto le zampe… mannaggia anche alle luci condominiali a tempo! Taccagni! E adesso cosa faccio? Non credo che riuscirò ad arrivare a casa, non saltando la ringhiera. Non è facilissimo, quel salto, l’ho fatto solo una volta! Come posso fare? idea: chiamo la mamma. Mi sente e mi viene a cercare e mi riporta a casa. Geniale!
-Mamma! Mamma! Sono nel cortile, mamma! Mi aiuti a tornare a casa? Mamma!
Non sente. Dorme troppo profondamente. Gli umani dovrebbero imparare da noi a dormire con un occhio solo… noi gatti ci svegliamo subito, quando c’è un rumore, o un movimento anomalo, gli umani no. Gli si potrebbe smontare la casa intorno che non se ne accorgerebbero nemmeno. Che esseri inadeguati. Come avranno fatto ad arrivare tanto in alto nella scala evolutiva, io proprio non riesco a capirlo.
Scendo dalle scale, che è più sicuro, e vado fino in cortile. Ci sarà un’altra strada per arrivare a casa, gli umani non scavalcano mica le ringhiere, nè ci camminano sopra in equilibrio. Vedi come sono intelligente? Basta seguire la strada che usano gli umani. Tanto non mi vede nessuno, non lo saprà mai nessuno che ho dovuto abbassarmi a usare i loro percorsi.
Eccomi in cortile. Non è stato difficile, fin qui. Casa è di là, in fondo al cortile. Ci siamo quasi, alla faccia di quel brutto gattaccio nero che mi ha abbandonato senza tanti complimenti.
Oh, no! Una porta! Chiusa! Come passo dall’altra? Come faccio? Oh, mamma, perchè non ti svegli e non ti accorgi che non ci sono e mi vieni a cercare e mi riporti a casa? Come faccio? Come faccio? Ho paura. Mamma!
Basta piagnucolare. Non sono più un cucciolo, e quindi basta. Sono un gatto, anzi, una gatta e adesso me ne sto tranquilla qui e trovo una soluzione. Ci deve essere per forza. Ecco: prima o poi qualcuno passa e apre la porta e io mi infilo dentro. Semplice. Basta aspettare. E non addormentarmi nel frattempo. Ho avuto paura, ma adesso sono un po’ più tranquilla, adesso che so cosa fare.
La sensazione di paura che ho avuto mi ha fatto ricordare la notte in cui mi hanno portato a casa. Anche allora ho avuto paura e poi però è andata bene, sarà così anche questa volta. Me lo ricordo bene, la notte che mi hanno trovata: era una notte di inizio estate, io ero una cucciolina piccola piccola e facevo un po’ fatica a sopravvivere, non è mica facile fare il gatto randagio. Mi sono spaventata per un rumore forte e sono scappata dal cortile dove stavo di solito, arrivando in strada, e lì, altro che spavento! macchine, rumore e un cane che mi ha subito fiutata! un cane! grosso! mi sono rifugiata sotto un’auto, sono saltata in un punto che mi pareva sicuro e mi sono fermata lì, tremante. Non avevo più il coraggio di scendere, non sapevo dove andare, avevo fame e mi veniva da piangere, quando un umano mi ha sentito e si è fermato, cercando di vedermi e di farmi uscire. Poi sono arrivati quelli che sono diventati i miei umani e gli hanno dato una mano. Io dopo un po’ volevo anche uscire, avevo proprio paura e mi facevano anche un po’ pena, tutti agitati per me, ma lo spavento era troppo. Mi hanno tirato fuori a forza qualche ora più tardi, io gli ho dato un morso quando mi hanno afferrato, credo di aver fatto abbastanza male, ma dovevo ben difendermi! e poi mi hanno messa in braccio alla mamma che mi ha avvolto in un drappo colorato che aveva in borsa e aveva solo più da mettersi a piangere, tanto era contenta di avermi fra le mani. E mi hanno portato a casa, mi hanno dato da mangiare e da bere e hanno deciso di darmi questo assurdo nome, Diesel. Mi hanno spiegato che è per via del motore da cui mi hanno tirato fuori, ma non ho capito bene…
Arriva qualcuno! Chi è? Mi fido? Passo? Non passo? Mica lo conosco, questo umano. Uffa. Perchè invece non esce uno dei vicini simpatici? No, ho paura, non passo. Mi nascondo.
-Micio… micio… che fai qui? ti sei perso? ciao, bel micino!
-Grrr, sono una gatta, ignorante! come fai a darmi del micio?
-Micio, non avere paura! Cosa mi soffi? Vuoi entrare? Abiti qui? Dai, passa, vai a casa! Ti staranno aspettando…
Passo? Vabbè, passo. Di corsa, però, e gli soffio ancora una volta, a questo qui, che non gli venga in mente di cercare di toccarmi!
Passata! Uff. Via di corsa sulle scale. Casa! Dov’è la mia porta? Qual è? Non la trovo. Dov’è?
– Mamma!! Ma sei sorda? Ascoltami! Qualcuno mi senta! Dove siete? Toni, ecco chi dovrebbe sentirmi. E’ un gatto, dovrebbe avere l’orecchio buono. Sta a vedere che io sono un po’ scarsa di vista e lei di udito… bella coppia!
Toni, la mia coinquilina, è una gatta strana: tranquilla, paurosa, pigra. Io salterei tutto il giorno da una parte all’altra, ma lei sembra infastidita dalla mia esuberanza e non partecipa sempre ai miei giochi. Eppure non è poi così anziana! devo sempre insistere e darle il tormento per convincerla a rincorrermi! Come fa a non rendersi conto che dovrebbe essermi grata per la compagnia che le faccio e perchè la tengo in forma? Adesso starà dormendo sul letto degli umani, magari direttamente sdraiata sulla pancia di mamma, tutta contenta. Anzi, tutte contente tutte e due. Credo che la mamma la preferisca a me. Dev’essere per via del carattere più tranquillo, a me dice sempre “piccola peste pelosa” o “catastrofe”, mentre Toni è “il mio amore micioso”. Però papà gioca di più con me, e mi guarda con uno sguardo tutto teneroso. In fondo ce li siamo divisi equamente quei due.
Sento dei rumori sulle scale: mi rintano qui nell’angolino, dovrei essere al sicuro. Ehi, ma sono le voci dei miei! Mi stanno cercando! Finalmente si torna a casa, ho una fame, speriamo non si arrabbino e mi diano subito qualcosa di buono!

Un tranquillo weekend di follia…

Sabato, ultima frenetica giornata di lavoro in negozio (se in questo periodo mi faccio sentire di meno, adesso sapete perchè!), intervallata dalla
preparazione di qualcosa di buono da mangiare e dello zaino. Ore 19,30 chiusura e siamo (quasi) pronti a partire! Destinazione: la mia casetta in
campagna per quella che è stata battezzata “La Notte dei Giochi Viventi”. Un’oretta scarsa di viaggio, per fortuna poco traffico, e ci siamo: un paio
di amici sono già arrivati e ci aspettano, in poche decine di minuti arrivano tutti gli altri, siamo in nove.
Ci prepariamo a cenare, ognuno ha portato qualcosa e ci sono un sacco di cose buone, poi è ora di giocare!
Prima partita: Twilight Imperium.
Chi lo conosce… lo evita! ah, no, cioè, volevo dire, ehm! chi lo conosce ha idea della lunghezza e dell’impegno che richiede… dico solo questo: alle 23 abbiamo inziato a tirare fuori le cose dalla scatola e alle 8 del mattino seguente è finita la partita! Un’esperienza notevole… soprattutto visto che odio i giochi di strategia, non conosco l’inglese (non è tradotto) e il numero dei partecipanti era superiore al consentito, cosicchè abbiamo dovuto inventarci delle minisquadre, espediente però che non è servito, almeno personalmente, a farmi appassionare al gioco e a non annoiarmi terribilmente…
Dopo colazione, una partitella così per sciogliersi un po’ a un gioco facile facile molto simile al domino, Sinkha Planets illustrato da Marco Patrito e legato
all’universo di Sinkha. Carino, poco impegnativo, ideale per aspettare che si risvegliassero i “caduti” della partita precedente!
Poi una partita a SPANC, un gioco in cui alcune squadre di donne gatto si affrontano in improbabili prove. Ci avevo già giocato, e non mi era piaciuto molto. Ma è valsa la pena di riprovare, tra un miagolio e un soffio agli avversari, in perfetto stile gatto, mi sono divertita molto ma molto di più!
Infine, Power Grid, più complesso, piacevole. Purtroppo ho fatto un paio di sciocchezze a inizio partita che ho pagato molto care, restando costantemente ultima… sigh. Mi dovrò rifare giocando ancora!
Insomma, un weekend un po’ da pazzi, con troppe ore di veglia continuata, ma assolutamente da rifare!

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E noi che non ci eravamo minimamente accorti del tuo poco entusiasmo x TI! ;o))))
Giurin giuretta che l’eventuale prossima volta ti coinvogliamo di +!!!
Des – 03 08 2005 – 16:55

Si verissimo.
la prossima volta ti facciamo giocare a TI con due colori interi cosi sei più coinvolta.
___
lordmax (link) – 04 08 2005 – 10:50

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