Lavoro?

Da una settimana faccio di nuovo call center. Evviva.
Mi hanno chiamato domenica scorsa alla sera, alle nove… aspettavo il cibo cinese. Pochi secondi per decidere, sì o no. Tutte le sere della settimana già impegnate, tutti gli impegni da disdire.

Vita sociale, ciao ciao.
Lavorare dalle 18 alle 22 significa che arrivi a casa che sono quasi le 23, perchè ovviamente quando scendi con la metro a Porta Nuova i due pullman che ti portano a casa sono appena passati (a un minuto uno dall’altro!) e prima che se ne veda un altro passa mezzora. E inizia anche a fare un po’ freddo ad aspettare mezzora all’aperto…
Sono le 23 e hai fame, perchè in pausa hai mangiato uno yogurt, un frutto, roba così. Allora ti cucini qualcosa, anche se d’inverno è più complicato che d’estate. E poi vuoi mica andare a letto dopo aver mangiato? Accendi il pc (anzi, lo hai già fatto, vivi da sola, quindi puoi mangiare col piatto di fianco allo schermo…) e prima che te ne renda conto sono le due, o anche peggio.
Al mattino, se non hai un buon motivo, dormiresti fino ad ore indecenti, col risultato che poi non fai praticamente nulla prima che siano di nuovo le 17 e sia ora di prepararsi per andare a lavorare. E poi non hai sonno perchè ti sei alzata tardi, quindi cosa fai? Vai a dormire ancora più tardi… e via col circolo vizioso…
Un paio di sere a settimana il moroso mi viene a prendere, e a seconda dei casi mi porta da qualche parte oppure ci fiondiamo a giocare, impegnandosi un po’ entro le 22.30 ci posso essere…

E non ho detto nulla del lavoro, che vi lascio immaginare. Già mi va bene che non debbo vendere nulla…

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