sono perplessa.
da quando ho ripreso a scrivere, e per dare un senso a ciò che stavo facendo mi sono obbligata a non rileggere il materiale accumulato negli anni, mi sono accorta che oltre ad aver cambiato parecchio stile (scrivo quasi solo dialoghi… mah…) sto cambiando anche punto di vista.
La prima versione era scritta in prima persona dal punto di vista di lei, poi quasi per esercizio stilistico provai a fare l’inverso: un disastro. L’ottica maschile proprio non mi riusciva. Alla fine approdai a una salomonica terza persona, che sembrava più semplice, ma comunque era sempre evidentemente scritto attraverso gli occhi di lei. Ora mi accorgo che mi riesce più difficile, anche se non capisco bene perchè. E’ vero che ho fatto la follia di decidere di giocare il protagonista maschile nella campagna di gdr della domenica sera, ma sta venendo così male, con così poca caratterizzazione, che davvero non credo abbia importanza. Eppure lei sembra quasi sbiadita, e lui invece la vera figura di spicco.
Riuscirò mai a dare a quella roba una forma accettabile?

scrivo, e mentre scrivo vedo già quello che non va, quello che manca.
ma non basta per correggere.
è grave vedere solo gli errori?

All’opera!

Ho ripreso a scrivere. Ho ricominciato dall’inizio, senza rileggere le mille versioni di ciò che ho scritto fino ad ora. Mi sto sforzando di fare un lavoro meno istintivo e un po’ più ragionato, anche se mi domando se abbia senso fare editing in questa fase.
Certo ho sperimentato in passato che anche per la scrittura lasciare indietro le parti più noiose/meno coinvolgenti o semplicemente che appaiono più difficili da scrivere è una pessima idea. Si finisce inevitabilmente per ritrovarsi con un ammasso di file scollegati fra loro e cucirli insieme è un’impresa. Ma anche obbligarmi a scrivere parti che “non vengono” è una traGGGedia! Ci ho messo due sere per una scenetta brevissima e non mi piace neanche…
Forse avrei bisogno davvero di un socio, che magari gradirebbe sviluppare le parti che a me non prendono… ma dove trovarlo? Ho già fatto un grosso passo in avanti riuscendo a parlarne con un paio di persone, raccontando un poco la storia e usando dei suggerimenti ricevuti. Ho sempre avuto pure troppo pudore in queste cose, parlare di ciò che sto facendo mi è difficile anche con gli amici più stretti.

Ovviamente la soluzione più semplice (?) sarebbe eliminare le parti che non riesco a scrivere, ma che fare se sono funzionali alla storia? alcune cose sono state inserite per giustificarne altre, o per rendere più solida la logica della storia, levarle di peso non mi pare mica una buona idea…

la terra ha tremato

per 10 lunghissimi secondi.
ho avuto paura perchè stavo al lavoro, solo secondo piano, edificio nuovo e presumibilmente costruito con tutti i crismi (ho scoperto che ha vinto pure dei premi architettonici… mah… a me pare un parallelepipedo di cemento e vetro come mille altri…) e l’ho sentito molto distintamente.
subito non abbiamo capito cos’era, e abbiamo anche avuto tempo di fare congetture prima che finisse la scossa.

considerazioni di notte

1) non si inventa nulla. tutto sta nel proporlo nel modo giusto, la vera abilità è nel remixare la minestra affinchè non appaia riscaldata. e non tutti lo sanno fare bene.

ora mi sento molto più pacificata col mio mezzo plagio inconscio (vedi post estivi) e tutto grazie alla visione del film degli XMen.

2) ho fatto un esperimento. fresca di (ri)lettura, ho scritto delle cose utilizzando i personaggi di un libro che avevo appunto appena letto. una sorta di omaggio, mettiamola così. e ne sono venute fuori delle cose interessanti.

tipo: le prime pagine erano una (pallida) imitazione dell’originale, fedeli nello stile e soprattutto nel carattere dei personaggi. poi man mano hanno preso la loro strada… e sono finiti nel mio consueto clichè. insomma, hanno cambiato nomi, ma la storia è sempre la stessa.

che voglia dire che la devo proprio raccontare?

 

3) mi stanno venendo delle strane manie, non so quanto inquietanti. vedo, anzichè la gente morta, i difetti. che poi non so se sono proprio difetti… leggo libri, e spesso mi chiedo che cos’è successo fra un capitolo e l’altro, mi interrogo sulle cose non raccontate, sui salti temporali. mi affascina lo spazio bianco.

era il nome di una libreria che stava in via cernaia, non so neppure se esiste ancora. lo spazio bianco, quello fra le righe, quello sopra e sotto la pagina, i margini.

che cosa c’è lì in mezzo?

ho letto una storia lunghissima che si sviluppa nell’arco di circa cinque anni. le duemila e passa pagine ovviamente non li coprono interamente. ma che cosa succede fra l’ultima pagina del primo libro e la prima del secondo? ci passa un anno, un anno importante, in cui la vita della protagonista prende una piega completamente diversa. perchè l’autore ha scelto di non raccontare nulla? e naturalmente questo è solo un esempio, ci sono molti salti, anche se più brevi, che non sempre condivido.

io quando scrivo sono anche troppo meticolosa, lo so e lo vedo come un difetto. io registrerei tutto, sono più una telecamera fissa puntata sui miei personaggi. ma scegliere cosa raccontare e cosa no è difficile.

 

ho letto un libro di recente, e non è un fantasy. ogni tanto mi capita! si chiama Colpiscimi ed è di Olivia Corio, è breve, solo 200 pagine.

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
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