Le margherite, no!

Sono indietro di due recensioni, rimedierò al più presto. Anzi di tre! Uhm… ero certa di aver scritto dell’ultimo Montalbano e di aver programmato il post. Devo capire che fine ha fatto.
(come promemoria: Montalbano, Le luci nelle case degli altri e La società degli animali estinti)

Beh, però in effetti avevo aperto il blog per scrivere dei lavori del libro. Oddio, comincio a chiamarlo libro, forse è grave….
Qualche tempo fa ne stavo parlando in chat con un amico, e nel dettaglio stavo dicendo quanto mi mancava scrivere a quattro mani. E’ vero. E’ stata una fatica abituarsi, per un’insicura cronica come me, ma poi, quando mi sono abituata, non sono più riuscita a farne a meno. Abbiamo chiacchierato un po’, lui anche scrive (e chissà che poi mi riesca di indurlo a finire il “romanzo d’appendice”, come lo indicava sul suo sito, che non ha mai completato). Il giorno dopo ci ho pensato su e gli ho mandato una mail, timorosa, in cui gli chiedevo se gli andava di farmi da consulente e ascoltare le mie paranoie. La risposta è stata una cosa sul genere “mi domandavo quanto ci avresti messo a chiedermelo”.
E da consulente è diventato coautore in un attimo.
Abbiamo rivisto tutta la storia, messo a posto un sacco di incoerenze, dato una direzione accettabile alla trama.
Discusso molto, litigato mai, forse ce la siamo un po’ presa per qualche commento troppo diretto dell’altro, ma finora va tutto bene.
Abbiamo scritto e rivisto il primo capitolo, una trentina di pagine. Ora bisognerebbe tenere il ritmo.
Oggi lavoravo sul capitolo Due e lo ammetto non sapevo bene dove andare a parare. Sono ancora in dubbio su chi debba avere il ruolo di “spalla” del protagonista maschile, se sia meglio che sia l’elfa o l’erborista, e in questo momento sono tutti in scena. Così li ho lasciati liberi di agire come meglio volevano. Ho perso volutamente tempo, queste pagine saranno da buttare, temo, nella sola speranza che manifestassero un po’ più chiaramente le loro intenzioni. Non è che l’abbiano fatto in maniera da soddisfarmi, devo dire.
Mah. Domani ci riprovo.

13. Odore di chiuso

Ecco l’ultimo (in ordine di lettura, ovvio) romanzo di Marco Malvaldi, che si discosta dai suoi adorabili vecchietti del BarLume ma non dal filone giallo. A modo suo, come sempre. Alla fine l’intreccio giallo vero e proprio è solo una scusa per raccontare dei notevolissimi personaggi, tutti accuratamente caratterizzati. Protagonista è Pellegrino Artusi, gourmet, studioso di cucina e commerciante per vivere, che arriva per un weekend di riposo nel castello del barone Bonaiuti, il classico nobile spiantato che fa finta di non esserlo e che si crede padrone del mondo solo per via del titolo. Peggio di lui solo i figli maschi, Lapo e Gaddo, mentre la figlia Cecilia vorrebbe sfuggire ai limiti della sua condizione femminile ma fatica molto, e solo l’amicizia con Artusi e l’improvviso rovescio di fortune della famiglia le consentiranno di trovare forse la sua strada.
Al mattino successivo all’arrivo dei due ospiti, Artusi e un fotografo di nome Ciceri, si scopre il delitto. E la compagnia non s’è ancora ripresa dallo choc che ecco che qualcuno cerca di ammazzare il barone a fucilate. Tra rivendicazioni sociali e indagini più o meno scientifiche, sarà proprio l’Artusi a fornire alcuni dettagli decisivi per scoprire che cosa è davvero successo.
Memorabile la “comparsata” di Giosue Carducci (Bolgheri è poco distante dal castello del barone) e la scena del litigio fra il cagnolino delle due anziane cugine del barone e il gatto di Artusi.
Una divertente lettura che si presta a vari livelli di interpretazione. Malvaldi inizia ad essere una garanzia!

12. Il tempo è un bastardo


Comprato per istinto diverso tempo fa, sentito lodare ripetutamente dalla mia insegnante del corso di scrittura, mi incuriosiva per questo tentativo di scrivere una serie di racconti legati fra loro dal fatto di avere dei personaggi comuni. Insomma, un romanzo che è una raccolta di racconti, o una raccolta di racconti che è un romanzo. Figo. Visto che io mi sono iscritta a un corso sui racconti pur detestando questa forma narrativa e tentando per buona parte del corso di ignorare i racconti per applicare le cose imparate al romanzo…
Questo libro ha vinto il Pulitzer nel 2011 e mi sa che ha fatto moda. Continuo a sentire di tentativi di seguire l’esempio… chissà se riusciti o no.
La lettura, devo ammettere, è stata faticosa.
Non è che non mi sia piaciuto, però. Solo che non mi ha mai preso davvero, magari ogni tanto di più, e poi finiva il racconto e quello dopo mi era del tutto indifferente. I legami fra i personaggi a volte li capivo verso metà capitolo…
Uno degli ultimi poi, è scritto come se fossero slide di powerpoint. Faticosissimo!
Eppure non c’è giorno che non ci sia un articolo sui giornali dove dicono che la Egan è la migliore scrittrice in circolazione ultimamente, e quindi…
Forse devo semplicemente ammettere ancora una volta che non sono fatta per i racconti. Legati fra loro o no. E pensarci su molto bene prima di comprarmi quel simpatico mattone del libro di Cheever appena uscito da Feltrinelli e ritenuto imperdibile dai più…

11. Il Conciliatore

Finalmente, il mio amato Brandon Sanderson.
Finalmente un bel librone corposo ma senza esagerare (sfiora le 700 pagine) che non è il primo di una saga pensata in centodiciottomila volumi.
Letto con “criterio” per le prima duecento pagine (in una settimana circa) ho divorato le successive in un crescendo di passione, fino a dimenticarmi ieri sera di cenare perchè dovevo finirlo.
Eh, è Sanderson, e mi fa quell’effetto.
:)
Questo libro è una specie di esperimento: pubblicato in America nel 2009 (quindi dopo Mistborn) è frutto di un lavoro di discussione e di revisione coi lettori del blog. Sanderson è uno scrittore compulsivo, c’è da dire, e riesce non so veramente come a seguire blog, facebook twitter e chissà quanti altri posti e a scrivere anche nel frattempo.
Dopo la revisione “pubblica” del testo (che quindi era leggibile free), il volume è stato pubblicato da un editore (credo il solito Tor) e ora giunge in edizione italiana.
Mi aspettavo che Fanucci si affrettasse a tradurre The Alloy of Law, uscito a fine 2011 in America, e invece arriva questo “Conciliatore” inaspettato.
Ancora una volta un sistema magico piuttosto originale, basato sui colori e sulla luce, e dei personaggi molto interessanti nella loro evoluzione.
Certo, dopo aver letto tutto quello che c’è in italiano e anche di più (Elantris l’ho letto in francese non resistendo alla voglia di leggerlo e non essendoci in italiano) comincio a vedere alcuni clichè che ritornano puntualmente in ogni libro di Sanderson, ma finchè sono le mie stesse fissazioni, direi che va bene!
Delle due figure centrali femminili, la mia preferita è stata subito Siri, mentre l’apparentemente più decisa sorella Vivenna mi stava un po’ antipatica. Devo però riconoscere che l’evoluzione della seconda è di gran lunga più interessante rispetto alla prevedibile crescita della prima, e il dubbio di chi sia la vera protagonista viene…
Un po’ stereotipate le figure maschili, è evidente che a Sanderson interessa di più la psicologia femminile, notevole il Dio Lievecanto, così umano nelle sue incertezze, e a tratti davvero divertente.
Insomma, lo devo dire?
Lettura consigliatisssssssssssssima!!
(ps: ho scelto di mettere l’immagine della copertina originale perchè l’illustrazione è di gran lunga più bella! l’autore è Dan Dos Santos)

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