15. La società degli animali estinti

Strano libro, questo. E strana la storia che ha dietro.
Ero alla Trebisonda come ogni mercoledì per il corso. E chiacchieravo con Malvina di libri, e di cosa sennò? Lei mi parla di questo romanzo, io lo prendo in mano e leggo il retro.
Ecco.
E’, in chiave contemporanea, l’inizio del libro che sto cercando di scrivere da anni.
Ovviamente me lo compro, la curiosità di vedere cosa succede, come viene trattata la cosa, come viene sviluppata, è enorme.
Ci ho messo un po’ a leggerlo, è un libro strano. I due protagonisti, Nile e Celeste, sono insieme adorabili e fastidiosi, e ho passato ore in cui non riuscivo a smettere di leggere alternati a giorni in cui non mi veniva voglia di toccarlo. Sono rimasta malissimo per come finisce, ma non si può avere sempre il lieto fine.
Ah, per la cronaca, le analogie con quello che sto scrivendo finiscono subito. E’ giusto una scena… ma ha fatto davvero effetto! ;)

14. Le luci nelle case degli altri

Ha ormai un paio d’anni questo romanzo di Chiara Gamberale. Ogni tanto mi capitava di vederlo in libreria e ogni volta avevo la tentazione, seguiva il pensiero “No, no, ho una pila alta così di roba da leggere”.
Poi è capitato che un giorno, chiacchierando al bar, Margherita mi dicesse che lo aveva letto da poco e le era piaciuto, e che me lo avrebbe prestato.
E’ piaciuto anche a me.
Una storia per certi aspetti semplice e lineare, scorrevole. Anche se non mancano i colpi di scena, come quello dell’ultimo capitolo, buttato lì, non spiegato del tutto, che porta l’inevitabile “Ma tu come l’hai capito?”
Maria, solare amministratrice di condominio, ha trasformato la casa di via Grotta Perfetta 315 in una sorta di comune: è amica di tutti i condomini, le riunioni sono quasi più delle sedute di autocoscienza che delle noiose riunioni classiche. Maria ha una figlia dall’improbabile nome Mandorla, e non ha un compagno. Alla bambina ha detto che il padre è un astronauta e vive in una base spaziale e che prima o poi verrà a prenderle.
Ma un brutto giorno Maria muore in un banale incidente col motorino e gli abitanti del palazzo decidono di adottare la piccola, portandola a vivere a turno nelle loro case. Maria ha lasciato una lettera, scritta alla nascita di Mandorla, in cui rivela che il padre è uno dei condomini e che il concepimento è avvenuto nella lavanderia comune. Tralasciando il fatto che in Italia l’adozione di una bambina da parte di una donna single è impossibile (la tutela legale è della signorina Polidori, che è l’unica al di sopra di ogni sospetto), il romanzo racconta con salti temporali a volte difficili da seguire la vita della bambina.
Mandorla trascorre un anno a casa di ognuno dei condomini: prima sta dalla signorina Tina, poi passa da Caterina e Samuele Grò (col figlio neonato Lars), dalla coppia gay composta da Paolo e Michelangelo, approda da Lidia e Lorenzo (e il cane Efexor, come l’antidepressivo) e infine dalla famiglia “perfetta” Barilla.
Tradimenti fallimenti e frustrazioni affliggono tutto il condominio e Mandorla si dibatte fra la curiosità di sapere la verità sul suo genitore misterioso e l’ansia di riuscire ad essere una ragazza come le altre, cosa che sembra riuscirle assai poco.

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