Un’improvvisa e immotivata botta di tristezza.
Ho fatto cose normali, guardato telefilm, sferruzzato e perfino tentato assai goffamente di fare da spalla su cui piangere, ma è un ruolo che non so ricoprire, di solito io sono quella che piange, non la spalla.
E poi di colpo m’è precipitata addosso una dose di tristezza e di senso di solitudine spaventosa e non sono stata capace di farvi fronte. Ho cercato le coccole delle gatte e non sono bastate neanche quelle. E’ mezzanotte e non posso telefonare a nessuno e non c’è nessuno on line di adatto. E’ venerdì sera, la gente non sta attaccata al pc.
Vorrei aprire il file e mettermi a scrivere ma non so da che parte prendere le pagine che ci sono, non ho ancora avuto il coraggio di rileggerle. So che sono buone, e che è inutile riscriverle da capo, non sarò capace di fare un lavoro migliore di quello che abbiamo fatto insieme. Sono buone ma non le sento abbastanza mie e non so come fare. E so anche che dovrei tenere il file da qualche parte fuori dalla cartella condivisa e imparare a buttarcelo dentro solo quando mi sembra il caso di farlo e però non è quello che vorrei fare.
Forse almeno in parte il malumore che ho addosso deriva da questo.

Ho trascurato molto il blog, ultimamente.
Periodo strano, molto strano.
E’ la mia vita che è strana.
Può essere che io riprenda a usarlo di più, e con la funzione iniziale che ha avuto questo spazio per alcuni anni, ovvero come una specie di diario. Ci saranno post privati, protetti da password, perché è vero che non sono più i tempi di una volta e i blog sono letti molto meno di un tempo, ma in certi casi la prudenza non è mai troppa.