Non ho scritto una riga, ho fatto e disfatto gli stessi giri a maglia alta e sono le quattro e un quarto.
Non ho minimamente sonno.
Houston, abbiamo un problema.

Uffa

Sono stanca e scazzata, ho i ritmi vitali sempre più a pallino. Ormai è difficile che vada a dormire prima delle due e mezza/tre, a volte anche peggio, e non è che tutte le mattine si possa dormire. Così poi quando posso mi alzo a mezzogiorno, e poi tutta la giornata ha degli orari poco sensati.
Tra poco sarà un anno dall’ultimo lavoro che ho avuto, e non c’è niente all’orizzonte. Le offerte di lavoro sono insensate, pretendono sempre più specializzazioni per fare lavori che, si capisce benissimo leggendo fra le righe, alla fine sono sempre i soliti. I call center, per quanto schifosi, stanno sparendo, o meglio, vengono trasferiti all’estero perché costano meno.
Stare a casa mi fa male, e non basta occuparsi il tempo con la biblioteca, il cucito e la scrittura.
Fronte su cui sono molto in crisi, non so più a che santo votarmi per riuscire ad andare avanti.
Insomma, è un momentaccio. Probabilmente l’avvicinarsi dell’inverno, le giornate grigie e sempre più corte, non aiuta. E non basta neanche l’unica cosa che sta andando quasi bene, c’è poco da dire, fa bene ma non basta a raddrizzare il mondo.
Ci vorrebbe un’idea per ritrovare la strada…
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Murphy mi ama

Sono abbastanza incazzata.
Ricevo un invito su fb, probabilmente mandato a *tutti* i contatti, o almeno a tutti quelli della zona, per un torneo + presentazione del libro a cui ho partecipato. Con scritto che saranno presenti alcuni autori.
Non ne sapevo niente, non ero stata contattata né per sapere se la data mi andava bene né per altro. Non più di una settimana fa mi era stato detto che non avremmo fatto una serata a Torino con gli autori per non meglio precisati problemi organizzativi (o meglio, fumosamente spiegati) e che avrei avuto la mia copia del libro via posta (cosa che trovo abbastanza assurda, io sono a torino, l’editore pure, al limite dimmi dove venire a prendermela…)
Fino all’uscita del libro avevamo lavorato abbastanza bene, i tempi erano stati rispettati e tutto era filato liscio. Devo ammettere che non credevo davvero che ce l’avremmo fatta, e soprattutto non nei tempi previsti. Ma il dopo pubblicazione sta venendo gestito un po’ come viene viene. Scoprire da fb che c’è una presentazione mi ha dato veramente fastidio, oltretutto mi sono data da fare dando consigli e contatti su dove organizzarne una (senza mai ricevere un riscontro) e sono sempre rimasta in contatto con due dei “capi” della faccenda. Costava tanto informare nella maniera giusta? (cioè con una mail diretta, prima di rendere pubblica la notizia, e soprattutto con una mail a tutti gli autori. mica è obbligatorio avere fb o essere cosiddetti amici dei coordinatori…)
Per completare, la data scelta è la stessa di un altro evento la cui contemporaneità mi creerà qualche grana, ma queste sono questioni squisitamente personali dovute al fatto che Murphy mi ama moltissimo.

Settimana inutile

Questa settimana non è che abbia combinato un granché.
Uff.
Mi sono di nuovo attorcigliata su dei problemi di trama apparentemente inutili, ma solo apparentemente.
E’ che mi viene da dirmi: perché passare la serata a scrivere se poi magari è tutto da buttare perché cambio la trama? E lo so che non è il ragionamento giusto da fare, magari è da buttare semplicemente perché fa schifo!
Devo avere più coraggio nel decidere come risolvere le situazioni. Dopotutto la storia l’ho inventata io, e va bene la coerenza, ma non è che debba necessariamente essere inattaccabile da qualunque punto di vista. Anche perché se la metto così non ne esco più! La sospensione dell’incredulità fa parte del patto col lettore, no?
Poi in effetti questa settimana ho anche avuto parecchi impegni fuori casa, e quando arrivo che sono magari già le dieci o peggio finisce che prima che io abbia mangiato, fatto un giro per la rete, cazzeggiato un po’, è talmente tardi che non me la sento di mettermi a scrivere.
Devo anche scrivere il compitino per il corso, e non ho idea di cosa fare. La mia famiglia non è interessante, e non mi va neanche tanto di scrivere su di loro.

proseguo

Me l’ero dimenticata, la meravigliosa sensazione di andare in giro e pensare solo ai tuoi personaggi, immaginare dialoghi e scene mentre sei sul pullman o cammini per strada, e vorresti avere un registratore collegato al cervello per non perdere quelle idee, avere voglia di tornare a casa per poter scrivere.
Stasera ho affrontato l’inserimento di un capitolo nuovo di zecca, una parte che non esisteva.
Ogni tanto mi mancano le parole, non mi viene la frase, e ho la tentazione del [] ma la ricaccio indietro.
Come al solito scrivo di getto, quasi senza correggere quello che scrivo. Io sono una da buona la prima, e mi spiace un po’ per il mio editor, per la fatica che farà, e perché inevitabilmente storcerò il naso alla maggior parte delle correzioni, salvo poi, dopo mesi, averle assorbite al punto da non riuscire a metterci le mani su (come è successo col primo capitolo)
Spero solo che duri.
Ora cerchiamo di finire il capitolo, e poi nanna, che i miei orari sono sempre più scandalosi.

Signori, in carrozza!

Sono passati sette anni da quando, in una saletta di un’associazione che non esiste più, è nata Mandala, da numeri segnati a matita su una scheda di D&D 3.5 dalla mano di uno dei powerplayer più micidiali che io abbia mai conosciuto.
Non ho mai amato un altro personaggio così tanto.
Sono passati sette anni e Mandala è ancora nella mia testa. I miei ultimi tre computer hanno contenuto varie quantità di files a lei dedicati, qualcosa s’è perso nella rottura di un paio di hard disk, il grosso per fortuna era al sicuro, su chiavetta (supporto assai più resistente a dispetto del fatto di viaggiare e essere maltrattato ben più di un hard disk…) e in back up on line.
In sette anni ho avuto un “socio di scrittura” entusiasta ma acerbo sotto il profilo letterario che poi ha abbandonato l’impresa, ho cercato di assoldarne altri due, uno per volta, in tempi diversi, con risultati deprimenti, e infine ne ho trovato uno meraviglioso, che ha il solo difetto di scrivere meglio di me.
Max ha rivoluzionato la trama rendendola più solida e facendomi impazzire tanto non mi sembrava più la stessa storia, ha affrontato l’editing di quello che scrivevo imparando a suon di litigate fin dove poteva arrivare, e soprattutto ha sostenuto eterne discussioni sui più minuziosi dettagli. Che spesso sembravano inutili visto che poi non producevano capitoli.
C’è voluta una crisi di quelle come non ne ricordo altre per farmi tornare la voglia di scrivere questa storia.
Ho frequentato dei corsi di scrittura, mi sono messa in discussione.
Ho firmato un contratto per una cosa che è stata pubblicata e per cui forse prenderò perfino qualche soldo.
Ho imparato a non vergognarmi della mia passione.

Sono pronta a riprovarci. Mandala vuole essere raccontata e non mi lascerà in pace finché non l’avrò fatto.

Un giorno, spero, ci sarà almeno un ebook scaricabile da qualche parte. E la pagina di rito coi ringraziamenti, in ordine temporale, ad Alfa, con cui ho giocato al tavolo Mandala, a Savino, che per primo ha creduto in questo progetto, e a Massimo che ha la pazienza di starmi a sentire e che per colpa di questa storia ha già scritto un buon terzo di una sorta di prequel che ormai ha preso una sua strada ben definita. Gli auguro che veda la luce quanto prima e sia solo il primo lavoro compiuto di una lunga serie. Io… io sono in ritardo di trecento pagine, e non correrò per recuperare il ritardo.

A me sembra di star ricominciando da capo.
Il primo capitolo l’ho scritto penso una decina di volte, ma è solo la seconda da che ha questa forma. Prima era sempre “Era appena sorto il sole quando una figura superò rapidamente il cancello…” o qualcosa del genere. Non sono brava a mettere le mani in qualcosa di già scritto, anche se sono io ad averlo fatto. Anche quando provavo a scrivere del codice non sapevo correggere quello altrui, e facevo anche un po’ fatica a ritrovarmi nel mio per modificarlo.
Quindi mi sa che adesso apro un file nuovo, sistemo la formattazione e ricomincio.
Mi piacerebbe raccontare qui quello che succede “dietro le quinte”. Nuova categoria, #magarièlavoltabuona, tutto attaccato, tipo hashtag di twitter.
Pronti?
:)

Il picco degli Angeli – il romanzo di Warage

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Eccolo! Finalmente! :)
Il Picco degli Angeli è il volume collettivo a cui ho partecipato, scrivendo il capitolo 17 e, a quattro mani con Massimo Borio, il 27.
Si tratta di un romanzo fantasy ambientato nello stesso mondo del gioco di carte Warage. Trenta capitoli, diciassette autori diversi, due coordinatori che hanno scritto la trama e cercato di tenere le fila di tutta la faccenda. Credo che ci abbiano perso la sanità mentale… almeno, io ho minato pesantemente quella di Daniele, ne sono certa!

La trama:

Sono passati oltre mille anni dalla grande guerra e la gloria degli angeli perdura, mantenendo la stabilità tra le antiche razze. Ma il mondo sta cambiando e l’equilibrio, sempre più fragile, è destinato ad infrangersi.
Il giovane Joren verrà strappato dal suo mondo e trascinato in un’avventura che segnerà il corso della sua vita e la sorte dei regni. Come un filo intessuto nella tela della storia, il suo destino si intreccerà con gli intrighi dei potenti, con la crudeltà della guerra e con il valore dell’amicizia e della famiglia.
In un mondo dilaniato dai conflitti, in un tempo in cui intere stagioni scivolano via in maniera innaturale, le scelte di pochi condizioneranno la vita di molti.
È nell’ora più buia che le leggende riprendono vita e nascono gli eroi.

Tutto è iniziato più o meno un anno fa, quando su facebook ho letto un post in cui Pietro Puglisi, uno dei creatori del gioco di carte, chiedeva autori fantasy per un progetto. Non avevo mai osato pensarmi come un autore, mi sono proposta (e ringrazio i corsi di scrittura di questi ultimi anni per avermi tolto un po’ di timidezza riguardo a quello che scrivo) e ho firmato il contratto, poi ho avuto la traccia del mio capitolo e di lì è iniziata davvero l’avventura.
Una faticaccia.
Scrivere “su ordinazione” non è facile, ho avuto diverse discussioni con Daniele sui limiti di libertà che potevo prendermi scrivendo il capitolo, ho avuto voglia di picchiarlo, se solo avessi potuto averlo davanti, e non importa che sia grande e grosso… ma alla fine, tra un cambio di trama all’ultimo istante e una ennesima stesura tra mezzanotte e le tre del mattino, anche grazie alla pazienza di Max che ha letto e riletto e suggerito nei punti più ostici, il capitolo è andato in porto.
Curiosamente, l’altro capitolo, quello scritto a quattro mani, è stato molto più “lineare”. E dire che in teoria sembrerebbe più difficile trovare un accordo…

I capitoli, inizialmente pubblicati on line gratuitamente, ora sono raccolti in questo bel volumone cartaceo, corredati di illustrazioni bellissime e pure di due carte promo altrimenti introvabili.
Che aspettate a ordinarlo? Potete farlo da qui.
Se preferite la versione digitale, c’è anche quella. Ovviamente senza carte promo! Ecco dove comprarla, seguite il link.

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