Spirito natalizio

Quest’anno, spirito natalizio zero.
Sono sola, sto passando le feste perlopiù andando da parenti che non frequento mai e di cui, reciprocamente, non ci importa niente, per l’unico motivo che restare a casa con due gatte che dormono una qui e l’altra lì sarebbe peggio.
Oggi poi sto particolarmente male.
Darei qualsiasi cosa per una frase, una sola. Quindici secondi di chat.
Sono appena tornata a casa da una commissione dell’ultimo istante, mi mancava il sacchetto per confezionare un “coso” da portare stasera. Rientrando, ho rischiato di lasciarci due dita nella porta d’ingresso perché una vicina (mai vista, ovviamente) stava a sua volta aprendo la porta dall’interno. “oh, mi scusi. Ho sentito scattare la serratura…” Ecco, allora se hai sentito scattare la serratura, ci voleva tanto a capire che c’era qualcuno che stava entrando e quindi ad evitare di tirare la porta? Mi è venuta una voglia pazzesca di litigare con questa tizia e di spiegarle quanto era idiota. Così, per sfogarmi.
Poi torno su e leggo frasi più o meno ad effetto di gente che ha la metà dei miei anni e che si dispera perché non ha ancora trovato una sistemazione, e trova le feste penose quanto me. Ma almeno hai la metà dei miei anni, io a quell’età neanche ci pensavo a desiderare di “sistemarmi”, mi sentivo la vita davanti, e pensavo che prima o poi… Invece a quanto sembra la mia occasione l’ho avuta e l’ho giocata male, e adesso non riesco a fare altro che fare casini e basta, e uno di questi natali mi ritroverò sola sul serio, senza neanche i parenti che vedo una volta all’anno.

Il potere della musica

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Sono appena tornata dal concerto di Ludovico Einaudi. Erano almeno dieci anni dall’altra volta in cui lo avevo visto dal vivo.
Ecco, ultimamente ero un po’ preoccupata del fatto che mi sembrava che non ci fosse più nessuno in grado di emozionarmi.
Da ragazzina i concerti erano un evento, uscivo in uno stato di esaltazione che poteva durare per giorni, poi non ci sono più riuscita. Anche il mio preferito in assoluto non riusciva nel miracolo. Sì, mi sono commossa all’ultimo concerto, sapendo che stavo assistendo all’ultima serata dell’ultimo tour di Fossati, ma non è stata una cosa duratura, lo ammetto.
Einaudi… beh, Einaudi ci è riuscito, di nuovo.
Ricordo quell’altro concerto, al Conservatorio, in un’atmosfera più raccolta, come una serata emozionante, la musica che ti entra dentro, e stasera il miracolo s’è ripetuto.
All’Auditorium del Lingotto, uno spazio meravigliosamente progettato da Piano, acustica perfetta, accessibile, comodo. Credo sia l’unica struttura a poter vantare queste caratteristiche.
Niente scenografia, un po’ di gioco di luci in qualche brano, ma niente di eccessivo. Quasi buio in sala.
La musica.
Due ore abbondanti di suoni, pezzi lunghi, a volte cuciti fra di loro con grande abilità, le brevi pause tra uno e l’altro che quasi ti stupiscono. Non una parola, se non l’immancabile “Grazie Torino, buonanotte” sul finire. Applausi scroscianti, una standig ovation che sembrava veramente spontanea prima del bis.
Il buio era perfetto. Sembrava di essere da soli, non immersi in una folla da tutto esaurito (2000 posti), nessuna distrazione.
La musica.
Temperatura perfetta, caldo ma non troppo.
Man mano mi sono rilassata, ho preso la forma della poltrona (ecco, se si può muovere un appunto all’Auditorium, le poltrone non sono il massimo. Considerato che tutto il resto è eccezionale, potevano far di meglio) ho sentito i muscoli che allentavano la tensione, come nei migliori esercizi di rilassamento, la mente che si svuota. Credo di non essermi più mossa se non per applaudire.
La musica.
Un guscio perfetto.
E mentre ascoltavo quella meraviglia, di idea in idea, ho trovato delle soluzioni che mi paiono ottime, e avrei voluto poterle fissare in qualche modo subito, per non rischiare di dimenticarle. Ero assolutamente concentrata su ciò che stavo ascoltando, ma questo non mi impediva di pensare ad altro in maniera del tutto produttiva.
Sì, penso che il buon Einaudi si sia appena vinto il posto di colonna sonora ufficiale…

Qui un concerto “casalingo” molto gradevole.

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