In cerca di ispirazione (finora invano)

Uff.
In cerca sempre di ispirazione per il NaNo2017 ho “pericolosamente” digitato su google la ricerca Omicidio mascherato da suicidio, trovando fra le prime voci una menzione di un racconto di Simenon con protagonista Maigret. Visto che – lo confesso – non avevo mai letto Simenon, ho cercato quel racconto e l’ho trovato in una raccolta di una collana “giallo junior” e già questo avrebbe dovuto insospettirmi, forse. Ho reperito il libro in biblioteca e l’ho letto in poco tempo, sono quattro racconti non molto lunghi, e ora sono depressa.
Intanto, non mi è piaciuto. E’ lento, noioso, non c’è niente che venga davvero spiegato, è tutto affidato alle “geniali intuizioni” di Maigret, e perdipiù il personaggio, almeno in questi racconti, è veramente banale, anonimo, potresti cambiargli il nome e non cambierebbe niente. Mi aspettavo una bella figura di investigatore, e sono rimasta delusa. Ma vabbè, era altro che cercavo. E non ho trovato neanche questo. Nessuna delle storie è basata sull’equivoco che avevo cercato su google. Una volta sola, all’inizio del primo racconto, in un elenco di cose legate al crimine, viene citato appunto un omicidio mascherato da suicidio, e finisce lì.
Devo riprendere la ricerca, e siamo già a metà mese, il NaNo si avvicina e io ho anche le idee molto poco chiare su cosa voglio scrivere.

Ho più o meno delineato la non originalissima coppia investigativa e il loro rapporto, ma se sono una coppia investigativa devono avere qualcosa su cui indagare… e qui salta fuori un’altra mia vecchia mania. Correva l’anno… boh? forse 2012 o 2013. Un corso di scrittura, uno dei migliori e più appaganti che io abbia frequentato, tenuto da Dario Honnorat. Dovevamo scrivere un racconto di una decina di cartelle, tema assolutamente libero, per la fine del corso. In mezzo, ovviamente c’erano gli esercizi fra una “lezione” e l’altra. Ci vedevamo una volta al mese per un weekend intensivo, cinque incontri. Dunque avevo cinque mesi per scrivere il mio racconto. Cioè, cinque… Al primo incontro avevamo detto cose generiche. Al secondo bisognava presentare l’idea di base. Al terzo la prima stesura. Al quarto la seconda stesura. Infine c’era una fase di editing col compagno di banco. Quel racconto resta una delle cose migliori che io abbia scritto negli ultimi tempi, anche se come al mio solito la seconda stesura è stata una faticaccia improba, e decisamente peggiore della prima, e l’editing finale non mi ha mai convinto, preferivo la mia versione, senza i tagli proposti dalla compagna che mi era stata assegnata (ovviamente ero andata lunga…)
Avevo la mania di voler scrivere una storia dove non succedesse niente. Cosa difficilissima e assai improbabile. Dario mi aveva saggiamente sospinto verso qualcosa di meno complicato, e alla fine era venuto fuori una specie di giallo, con un tentato delitto mascherato da incidente, in cui il potenziale assassino andava a costituirsi senza aver fatto in realtà nulla e la presunta vittima (che ovviamente non era morta) avvalorava la tesi del “è stato solo un incidente, è colpa mia” e dopo che alla fine davvero sembrava che non fosse successo nulla, tutto e niente cambiava nella vita del protagonista.
Ecco, mi servirebbe di nuovo una roba così.
Perché sinceramente non mi interessa scrivere davvero un giallo, cosa che so benissimo essere difficile, mi interessano i rapporti fra i due personaggi principali, ma se lui è un investigatore, deve avere qualcosa su cui investigare, no? E no, non possono fare altro. Perché non trovo nessun altro lavoro che permetta la stessa libertà di movimento, la stessa possibilità di far fare loro le cose più diverse, di farli infiltrare in un qualunque ambiente, di far anche correre qualche pericolo, che come è noto è sempre un ottimo modo per dare una scossa ai rapporti fra le persone.
E quindi ero giunta a una vaghissima idea da perfezionare, che contemplava la sparizione di un tizio, il suo ritrovamento morto, apparentemente suicida, ma non doveva esserlo, o almeno doveva esserci un ragionevole dubbio, in modo che le indagini andassero avanti, che succedessero cose. La polizia non si occupa di un vero suicida se non molto rapidamente. Solo che ho bisogno di una traccia da seguire, cercavo una storia con un caso anche vaghissimamente simile a cui ispirarmi per dargli un minimo di coerenza, ma niente, non la trovo.
Uff

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