L’agenda!

E insieme al Natale, ai buoni propositi ecc… la fine dell’anno si porta dietro anche un altro dettaglio… l’agenda!
Non sono quasi mai stata capace di usarla in quanto tale, ma mi ha sempre affascinato tantissimo.
La mia prima agenda era arancione, con i Peanuts in copertina, e la usavo da diario, anche se non aveva il lucchetto. Non me ne è mai importato del lucchetto, che tanto, era ridicolo. Se volevi aprirlo, si apriva come niente… Avevo dodici, tredici anni. Poi è venuta la Smemoranda, l’ho avuta per tantissimi anni. Sempre come diario. Ci scrivevo di tutto, con una certa regolarità, e ci appiccicavo/inserivo di tutto. A fine anno era ingestibile e dovevo tenerla legata con un nastro. Non portavo quasi mai in giro questi monstre, al limite d’estate al mare, quando stavamo un mese nello stesso posto. Le conservo tutte, in appositi scatoloni, a casa dei miei. Qui non avrei spazio.
Il diario scolastico era tutta un’altra cosa, e sebbene non avessi imposizioni (ricordo degli orribili diari anonimi stampati dalla scuola e consegnati il primo giorno, ma io andavo a scuola pubblica e mica c’erano queste cose!) non ci tenevo più di tanto. Non avevo montagne di dediche disegnini e boiate varie fatte dalle amichette semplicemente perché non avevo molti amici, perciò il diario di scuola serviva per scrivere i compiti e basta.

La Smemo (e più tardi la Moleskine) mi piaceva perché era essenziale, pulita, e raggruppava disegni, vignette e articoli (inizialmente di un certo impegno e di una certa caratura, poi ahimè è diventata di moda…) in un paio di pagine a inizio/fine mese.
Negli anni successivi, quando mi è servita, mi sono procurata un’agendina tascabile, il più piccola possibile, quella della banca andava benissimo, giusto per segnare le cose essenziali. Ma quasi sempre, se proprio non mi era indispensabile, la abbandonavo dopo qualche mese.
Poi è venuto il quaderno: un quadernetto, formato A6, possibilmente rilegato con la spirale e con un elastico come chiusura, in cui annotare in libertà qualunque cosa di cui avessi bisogno, dal titolo di un libro di cui avevo letto sul giornale all’orario del lavoro passando per il verbale di una riunione… quando finiva lo spazio si prendeva un nuovo quaderno con le stesse caratteristiche, e via.
Da quando ho questo lavoro, e ho necessità di annotarmi i turni, che cambiano ogni giorno anche se di poco, ho capito che mi serviva di nuovo un’agenda. Poi il tempo passa e la mia memoria è quella che è… E nel frattempo ho scoperto il sistema midori, ovvero dei quadernetti tenuti insieme da elastici e molto flessibili e intercambiabili, con una sorta di copertina che resta fissa. Nati come diari di viaggio giapponesi, sono la moda del momento (li fa anche Tiger…)
Così mi sono comprata una copertina di pelle (!) perché il cartone in borsa si disintegra in tempo zero mentre la pelle si rovina ma in maniera assai più stilosa, e ho improvvisato un’agenda timbrando la data con un brutto timbro datario da ufficio su un quadernetto trovato a due euro in cartoleria e abbastanza spesso da abbracciare metà anno. Ho scoperto che ci sono decine e decine di video, foto, siti che insegnano a comporre questi quadernetti, a farseli da sè secondo le proprie esigenze e a personalizzarli al massimo, disegnando, decorando, attaccando adesivi…
Per il 2018 ho intenzione di proseguire sostituendo il brutto timbro datario con qualcosa di graficamente più gradevole, ho studiato come far stare la settimana su due pagine per migliorare la visualizzazione, e vorrei dedicarmi a un po’ più di decoro, anche se non so disegnare e devo affidarmi a cose già fatte da stampare e inserire. Voglio fare una vista mensile all’inizio del mese, sullo stile di questa, bellissima (opera di Veronica Fusé dal gruppo Cartopazze su fb) e inserire qua e là pagine con immagini di gatti disegnati, o pagine di varia utilità (tipo appunto i titoli dei libri che vorrei leggere, pagine per gli appunti del lavoro a maglia in corso… qualcosa del genere. Ho visto che con questo formato e cercando di contenere la quantità di ciarpame che ci metto dentro sono riuscita ad abituarmi ad averla sempre in borsa e a consultarla spesso. Vorrei tenere lo stesso tema e lo stesso stile per tutto l’anno. Questi disegni, di un’artista che si chiama Maria van Bruggen, mi piacciono tantissimo!
Chissà se riuscirò a tenere fede a questi progetti? Già solo mettere insieme il quadernino, e capire quante pagine, disposte come, rilegarle ecc è una complicazione. Ma ho visto che i quadernini già fatti, oltre al problema di trovare il formato giusto, sono fastidiosi perché poi finiscono, come mi è capitato, nel momento meno opportuno (a inizio dicembre, mi mancavano una decina di fogli per chiudere l’anno…)

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