La follia dilaga…

Leggo che la scrittrice Bianca Pitzorno, apprezzata autrice per ragazzi, è stata attaccata da una roba che si chiama Osservatorio Gender. La vicenda risalirebbe a un paio di anni fa, non ho capito benissimo come mai è esplosa solo adesso.
Mi sono presa la briga di leggere l’articolo sul sito di questo Osservatorio, ed è surreale. Fanno dell’ironia così strana che mi sono chiesta più di una volta da che parte stessero. E invece no, sono seri, non è ironia…

Non sono cresciuta in una famiglia particolarmente progressista, anzi. E non circolavano troppi libri, in casa. E quelli che c’erano erano i classici (che escludo fossero mai stati letti) tutti bellini nella stessa edizione e allineati ordinatamente, e (adesso inorridisco, ma all’epoca mi incuriosivano) le edizioni del reader digest, con i libri ridotti e riassunti. (I miei sono migliorati con gli anni: dopo la pensione sono diventati dei discreti lettori, anche di roba mediamente impegnativa, e i loro scaffali si sono arricchiti di un certo caos di copertine colorate e discordanti fra loro. Hanno perfino imparato a usare il mio ereader, mia madre con maggiore disinvoltura, mio padre malvolentieri).
Io però mi sono dimostrata un topo di biblioteca fin da piccola, e divoravo i libri che mi venivano proposti. Mi è andata bene, ho avuto una ottima insegnante alle elementari, e anche alle medie la prof di lettere era una tipa tosta, benché rientrante nel trito cliché dell’insegnante donna anziana e zitella (l’epoca e l’età già avanzata non mi fanno usare il termine single facilmente…) e ho letto un sacco di libri interessanti. Io poi li leggevo sempre tutti. Quando c’era il classico “Leggete uno fra questi tre libri e fate la scheda di lettura” io immancabilmente li leggevo tutti e tre (e poi facevo la scheda di uno solo!)
Tra i ricordi migliori della mia infanzia ci sono i libri di Gianni Rodari e quelli di Bianca Pitzorno, appunto. Chissà se erano frutto dei loro consigli o da dove arrivavano. Io non me lo ricordo, devo provare a chiedere alla mamma se lei me lo sa dire.

Di Pitzorno ricordo in particolare un libro “scandalosissimo”, a questi genitori della polemica verrebbe un colpo a leggerlo… Extraterrestre alla pari. E’ del 1979, io forse l’ho letto qualche anno dopo, a sette anni forse ero troppo piccola. Si racconta di un giovane extraterrestre che giunge sulla Terra per un periodo di formazione, tipo gli scambi con l’estero. Viene affidato a una coppia senza figli e costoro scoprono, con loro sommo stupore, che era stato taciuto un piccolo dettaglio: non si sa se sia un maschio o una femmina, il problema nella civiltà di origine non si pone, o forse si pone ma solo da adulti, non ricordo il dettaglio. La coppia va in crisi, perché sulla Terra non è possibile vivere senza sapere se si è un maschio o una femmina. Fanno cose assurde, se ben ricordo: un giorno da maschio e uno da femmina, roba così, finché scoprono che possono togliersi il dubbio con un particolare esame del sangue. Ma i risultati tardano, e allora ricorrono a dei test psicologici e questi test decidono che l’extraterrestre è maschio. Così lo obbligano a tagliare i capelli corti e a comportarsi da maschio. Poi però arriva il vero risultato, quello dell’esame del sangue, quello scientifico, e dice che no, è una femmina. Stop, si cambia tutto. L’extraterrestre sperimenta sulla propria pelle che sulla terra le donne sono discriminate fin da piccole, e che nella sua nuova vita femminile ha una quantità di divieti incomprensibili che come maschio non aveva, e progetta la fuga, invitando a seguirla tutte le sue nuove amiche e promettendo loro che sul suo pianeta a nessuno importa se sei maschio o femmina, ma solo se sei una brava persona.

Pare che anche il testo che ha scandalizzato i genitori di Carpi, che hanno chiesto che il libro proposto al loro pargoletto decenne venisse radiato dalla biblioteca scolastica, trattasse temi di questo genere, molto cari alla Pitzorno. Ho letto uno stralcio del libro (Ascolta il mio cuore, del 1991, ma racconta una storia ambientata negli anni ’50) dove c’è un dialogo molto divertente fra due bambini, dove la piccola, stabilito che in quanto donna dovrà patire per potersi affermare, dice all’amico che si può risolvere il problema col progresso scientifico, e che prima si sposerà e avrà diciassette bambini, e poi si farà operare per diventare uomo e vivere la vita avventurosa che sogna. Trovo allucinante che una madre possa scandalizzarsi di questa cosa, e prenderla sul serio.
Ah, la direzione della scuola si è rifiutata di dare seguito alla richiesta dei genitori. Forse una speranza c’è ancora…

One Reply to “La follia dilaga…”

  1. …era una vita che non ne sentivo parlare! L’ho letto anche io da bambina, evidentemente poco dopo la pubblicazione, e lo ricordo come un libro dolcissimo, intriso di leggerezza e nostalgia. E certo non mi ha sconvolta o segnata. Anzi, ora lo cerco e lo propongo a mia figlia!

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