Manualmente di primavera

Manualmente 2018

Lo scorso weekend c’è stato Manualmente, l’edizione di primavera.
Una volta c’era solo in autunno, verso fine settembre, e io sbirciavo i manifesti sognando di saper fare un pupazzo come quello del logo dell’epoca:

(la prima edizione è credo del 2003, e le mie nozioni creative in fatto di cucito, maglia et similia erano molto scarse e molto impolverate)
Poi sono successe un po’ di cose, ho cambiato vita due o tre volte, e scoprire di saper fare cose con le mie mani mi ha aiutato a non sprofondare troppo nella crisi personale. Era il 2012 quando telefonai molto titubante a un numero stampato su un volantino che pubblicizzava un corso di cucito creativo e domandai “Ma posso venire anche se non so tenere un ago in mano?” Il volantino era di quella che ora si chiama La Fabbrica del Chinino, ed è stato uno dei luoghi-chiave della mia sopravvivenza durante un lungo periodo di disoccupazione. Ho imparato a cucire, o almeno ad aggiustarmi anche se le mie cuciture non sono perfette, a usare la macchina da cucire e soprattutto ho riscoperto i rapporti umani e la solidarietà. Sapevo usare l’uncinetto dai tempi della scuola elementare, e dall’uncinetto alla maglia il passo è stato breve. Oltre al cucito abbiamo organizzato un knit café, e poi ho imparato a destreggiarmi anche in altre attività creative. Dalla Fabbrica del Chinino mi sono allargata ad altri ritrovi, in parte con le stesse persone e in parte con altre. C’è stata una stagione in cui dovevo “incrociare” nel modo giusto gli impegni per far sì che si alternassero nelle settimane, visto che l’ubiquità non la posseggo ancora! E poi ho trovato un nuovo lavoro, anche se è comunque precario, ma la passione per le arti creative non è venuta meno, anche se ho dovuto ridimensionare la quantità e la logistica degli impegni.

Manualmente 2018
Manualmente 2018

Così, dopo diversi passaggi a Manualmente come visitatore, e un’edizione fatta dall’interno con Libri Letti ai Ferri, venerdì scorso ci sono tornata con le amiche a fare un giro.
Negli anni ho visto andare e venire le mode, aumentare e diminuire gli stand dedicati a questo o quell’hobby…
Quest’edizione mi è parsa un poco in tono minore, gente ce n’era sempre tanta, abbiamo fatto un bel po’ di coda per entrare, ma il padiglione era utilizzato solo in parte, e la zona più periferica era chiusa con transenne e pannelli che facevano sembrare lo spazio più piccolo, come si fa a teatro quando non sono stati venduti tutti i biglietti. Di filati, lane, cotoni e chi più ne ha più ne metta c’erano i soliti stand, pochi, e senza particolari novità. C’erano un sacco di bottoni (e infatti le mie amiche ne hanno comperati in quantità!) che in effetti possono essere usati non solo per il cucito. Anche per l’altra mia attuale passione, la cartoleria e la decorazione su carta non c’era nulla di particolarmente memorabile. Mancava anche lo stand dell’ASI dove a settembre scorso avevo seguito un’interessante dimostrazione.
L’impressione, per quel che mi riguarda, è che l’edizione forte sia quella autunnale, e quella di aprile sia un’aggiunta dettata forse da esigenze commerciali, ma meno sentita.

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