Ah, i concorsi…

Siccome ho trascurato i miei cinque lettori, oggi cerco di farmi perdonare divertendoli…

A metà settembre, più o meno, vengo a sapere dell’esistenza di questo concorso letterario. Normalmente li evito, non sono una tipa da concorsi, mi mettono ansia, ma stavolta… boh, lo ammetto sarà stato perché dei sette illustri partecipanti ne conosco direttamente quattro e un paio posso definirli amici, ma mi sono sentita in qualche modo rassicurata da questa cosa, e le mie ansie sono state messe a tacere.

(Vi spiego, funziona così: ci sono sette scrittori affermati che hanno contribuito con un loro racconto, e otto sconosciuti che verranno selezionati da una giuria. I quindici racconti risultanti verranno pubblicati in un libro, i cui proventi avranno uno scopo benefico. I quindici autori complessivi hanno gli stessi vincoli di lunghezza, geolocalizzazione e soprattutto lo stesso incipit da cui partire. Solo che i famosi sono stati scelti “a monte” e verranno pubblicati comunque, mentre noi sconosciuti ci dobbiamo accapigliare. Se vi interessano i dettagli, anche se è ormai scaduto, leggetevi il regolamento a questo link)

Ok, siamo a fine settembre: ci penso, elaboro un’idea, mi consulto con due fidi amici che sono praticamente gli unici con cui parlo di queste cose e che a volte leggono perfino quello che scrivo. Il mio piano è questo: metto bene a punto l’idea e uso il NaNo 2018 per scrivere il racconto, così poi ho ancora un mese e mezzo per rivederlo e correggerlo.

Ho un sacco di tempo!

Ecco, appunto… a novembre durante il NaNo scrivo ben 170 parole. Che è vero che l’inizio è sempre la parte più difficile, ma sono 170… nel NaNo bisognerebbe arrivare a 50mila, qui me ne bastano poco più della metà, il limite massimo è 30mila, ma io ne ho scritte 170! Il tempo passa, la vita reale prende il sopravvento, dicembre è un delirio tra Natale e la scadenza del contratto di lavoro, non ci penso quasi più, ne ho scritte 170, non ce la posso fare, ormai è fuori discussione, pazienza.

E siamo a una settimana fa: Alice Basso (una delle guest star) ripubblica la notizia su fb invitando a partecipare, io penso Seeee come no, ci sono ancora cinque giorni… e poi mi metto a scrivere. Oh, l’idea ce l’ho, il tempo pure, perché non dovrei riuscire a scrivere un racconto in cinque giorni? E mi butto. Giovedì va discretamente, venerdì meno, ho un impegno che mi porta via proprio le ore in cui di solito sono più produttiva, il weekend mi viene massacrato da un terribile attacco di malditesta e combino pochissimo. Ieri, lunedì, penultimo giorno, sono sull’orlo di una crisi di nervi.

Oggi è il giorno X, ho quasi finito, ce la posso fare, infrangendo tutto quello che ho imparato ai corsi di scrittura, editing ridotto all’osso e zero decantazione per poi poter dire Madonnacheschifo e ricominciare da capo.

Vado a prendere il regolamento e lì succede il dramma: L’opera deve avere una lunghezza non superiore ai 30.000 caratteri (spazi inclusi). CARATTERI, non PAROLE. Perché ero convinta che fossero parole? Perché? Sono a quasi 47 mila, convinta di avere ancora (volendo) un sacco di spazio. È mezzogiorno: parte la sforbiciata selvaggia, togliere più di sedicimila caratteri lasciando un senso a quello che ho scritto non è mica una cosa facile! Mi attacco a qualsiasi cosa, e l’ansia galoppa libera e felice (lei, io molto meno). Tipo Ma se scrivo casa al posto di abitazione risparmio ben 6 caratteri! Consegno alle cinque e mezza, ancora convinta di aver fatto qualche altra imperdonabile sciocchezza, ma ormai è fatta, ho schiacciato Send. Beh, dai, con sei ore di anticipo sulla scadenza. Sono stata bravina, no?

Entro fine febbraio si saprà qualcosa, dopodiché – appena avrò la certezza di essere stata scartata – lo pubblicherò qui. Abbiate ancora un poco di pazienza.

One Reply to “Ah, i concorsi…”

  1. figo
    così si fa
    avere troppo tempo rende pigri

    Non vedo l’ora di comprare il tuo libro

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