Ha dovuto aspettare un po’, questo libro, ma quando è arrivato il mio “turno” (prima l’aveva letto mio padre) l’ho letteralmente divorato.
Jasmina Nazeri è una ragazza di origini iraniane, giunta in Italia da bambina, con una storia difficile alle spalle. Il padre, benestante in patria, si è ritrovato a non essere nulla nel nostro paese e a far fatica a tirare avanti. Ma Jasmina ce l’ha fatta, vive in Barriera, quartiere periferico di Torino, lavora come insegnante per immigrati, e fa volontariato con molte altre persone, italiane e no, presso un’associazione di raccolta alimentare. Conosce tutto il quartiere, ed è conosciuta da tutti.
Per questo quando c’è un omicidio viene prelevata dalla polizia e condotta sul luogo del ritrovamento del cadavere, sperando che sappia qualcosa, almeno chi è la vittima. E purtroppo Jasmina sa chi è, si tratta di un suo ex allievo, e incidentalmente suo ex.
Veniamo a conoscere pezzo per pezzo tutto il complesso delle sue relazioni, da Antonio, suo “fratello” figlio della coppia che l’ha adottata quando è rimasta orfana, a Smemo, uno dei senzatetto con cui ha un rapporto più stretto, a Rosanna e Mary, le padrone di casa, singolari persone, a Pandora Magrelli, poliziotta finita per punizione in Barriera, dura e integralista, l’esatto opposto di Jasmina.
Dopo l’omicidio di Taiwo ce n’è un altro, legato al primo, e la tensione sale, portandoci all’epilogo (che come al solito non svelerò)
Peccato che questo romanzo non sia l’inizio di una serie, sarebbe stato interessante vedere come si sarebbe evoluta Jasmina, e anche gli altri personaggi.