Tag: Brandon Sanderson

Le mutande nel fantasy

Premessa necessaria visto che intendo “spammare” questo post in giro:
da molto tempo sto scrivendo un fantasy. Ovviamente un giorno mi piacerebbe che – una volta finito – venisse letto da altri. Beh, sì, ovviamente anche pubblicato. Ma sono realista.
Se la cosa vi interessa, potete scegliere gli altri post di questo blog che hanno come categoria “quella roba che sto scrivendo” e seguire qualche mio delirio sull’argomento.
La storia prende le mosse… no, veramente non più… all’inizio la storia prendeva le mosse da un’avventura che avevamo giocato al tavolo, millenni fa (correva l’anno 2006, credo). Io e un altro giocatore non eravamo soddisfatti di come era andata a finire e un po’ per gioco e un po’ no iniziammo a scrivere. Doveva essere quella storia e poi finire in modo diverso, migliore per i nostri pg. Io scrivo da sempre, ma sono normalmente molto gelosa di ciò che scrivo e faccio una fatica enorme a lasciarlo leggere ad altri. Scrivere a quattro mani è stata un’esperienza strana. Le prime volte che mandavo un capitolo al mio “socio” attendevo con un’ansia pazzesca la mail di risposta, mi sentivo sotto esame. Poi ho iniziato a considerarla una cosa normale, era una parte di me. Era così facile andare d’accordo! Capitava che non avessi il coraggio di proporre qualcosa perchè mi sembrava in un qualunque modo eccessivo, e che poi fosse lui a fare la stessa identica proposta!
In un periodo in cui lui era poco attivo ho iniziato a lavorare su una parte non prevista, ovvero la storia della protagonista prima dell’inizio della storia. Era una divertissiment, e mi serviva a chiarirmi bene chi era e perchè si comportava in determinate maniere. E’ cresciuta, quella parte, fino a diventare un vero e proprio prequel, e alla fine l’ho proposta al mio “socio” e abbiamo deciso di aggregarla, almeno parzialmente, alla storia iniziale.
Poi le cose della vita come al solito ci si mettono di mezzo.
Lui non ha più tempo nè voglia di seguire la cosa e mi ha dato il permesso di fare ciò che voglio di quello che abbiamo scritto. E alla fine non è tanto ciò che abbiamo scritto, quanto tutto quello che ci abbiamo ricamato attorno, la storia che abbiamo costruito, i problemi “logici” che abbiamo risolto. I capitoli scritti, quelli sono davvero pochi.

E alla fine arrivo al titolo di questo post. Che secondo me è un problema che chiunque abbia scritto fantasy in vita sua prima o poi s’è posto.
Ma gli eroi, portano la biancheria intima?
Se due personaggi si trovano a fare un bagno in un lago o in un fiume, che fanno? magari non sono così in confidenza per stare completamente nudi!
Ho avuto una accesa discussione con Fulvio su questo argomento e partendo dalle mutande siamo arrivati molto più in là.
Insomma, io dico che, in fondo, chi mi impedisce di pensare che i miei personaggi abbiano della biancheria intima? ma mi si propone il problema dell’elastico. Per tenere su le mutande. Che non era ancora stato inventato. Prego?! Da chi? In che senso? E’ un fantasy, non un romanzo storico. Che poi troppo spesso il fantasy venga appiattito su una specie di medioevo, forse un tantino meno cupo, è un altro paio di maniche. Ed è una cosa che trovo fastidiosissima.
Il fantasy è un’opera di fantasia.
Quindi se mi va che l’elastico ci sia, c’è. L’importante è che poi io sia coerente, e che non sparisca misteriosamente una manciata di pagine dopo, o che non ci si rammarichi della sua assenza.
Che cavolo, c’è la magia e non può esserci l’elastico?
Apriti cielo. La magia è un discorso diverso. Che a me però non convince per nulla, e me la sono levata dai piedi. Nel mio mondo la magia c’è, ma non dappertutto, e dove si svolge la parte rilevante della storia è vietatissima. Motivo per cui c’è un medico-erborista bravissimo che sa fare cose praticamente scientifiche, comprese iniezioni, flebo e forse anche trasfusioni. Non ne ho ancora avuto bisogno, quindi non so. Di sicuro sa fare il test di gravidanza.
Ma come, le trasfusioni? e il gruppo sanguigno?
Chissene. Nel mio mondo non è necessario saperlo.
Finiamo sul problema dell’aggiunta e della sottrazione, e in un’accesa discussione su fantasy e fantascienza. I romanzi di fantascienza (che, colpevolmente, non so apprezzare molto, e leggo quindi pochissimo) propongono mondi incredibili dove è possibile fare cose del tutto impossibili, volare, smaterializzarsi, teletrasportarsi… e tu mi fai tanti problemi per un elastico?

L’ho persuaso a leggere il mio amatissimo Brandon Sanderson e a giudicare dalla rapidità con cui ha divorato la trilogia Mistborn direi che non gli dispiace.
Discutiamo anche di quello: Sanderson avrebbe fatto un errore perchè nel suo mondo il sole è malaticcio e c’è una costante coltre di cenere che soffoca tutto. Le piante sono marroncine e faticano a crescere.
La fotosintesi! La clorofilla è verde! Non possono esserci piante marroni vive! E’ un errore!
A me del colore delle piante non importa nulla. O meglio, mi sembra adatto che siano così. E se violano qualche legge biologica sinceramente me ne importa nulla. E’ un mondo fantasy. Magari la fotosintesi non c’è. Perchè dovrebbe esserci per forza? Perchè un mondo inventato dovrebbe seguire le nostre stesse leggi? Chi lo ha detto?

Insomma, mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate. Non necessariamente solo sulle mutande, ma anche sul resto. Se vi va, basta cliccare su “commenti” subito sotto il titolo.

considerazioni di notte

1) non si inventa nulla. tutto sta nel proporlo nel modo giusto, la vera abilità è nel remixare la minestra affinchè non appaia riscaldata. e non tutti lo sanno fare bene.

ora mi sento molto più pacificata col mio mezzo plagio inconscio (vedi post estivi) e tutto grazie alla visione del film degli XMen.

2) ho fatto un esperimento. fresca di (ri)lettura, ho scritto delle cose utilizzando i personaggi di un libro che avevo appunto appena letto. una sorta di omaggio, mettiamola così. e ne sono venute fuori delle cose interessanti.

tipo: le prime pagine erano una (pallida) imitazione dell’originale, fedeli nello stile e soprattutto nel carattere dei personaggi. poi man mano hanno preso la loro strada… e sono finiti nel mio consueto clichè. insomma, hanno cambiato nomi, ma la storia è sempre la stessa.

che voglia dire che la devo proprio raccontare?

 

3) mi stanno venendo delle strane manie, non so quanto inquietanti. vedo, anzichè la gente morta, i difetti. che poi non so se sono proprio difetti… leggo libri, e spesso mi chiedo che cos’è successo fra un capitolo e l’altro, mi interrogo sulle cose non raccontate, sui salti temporali. mi affascina lo spazio bianco.

era il nome di una libreria che stava in via cernaia, non so neppure se esiste ancora. lo spazio bianco, quello fra le righe, quello sopra e sotto la pagina, i margini.

che cosa c’è lì in mezzo?

ho letto una storia lunghissima che si sviluppa nell’arco di circa cinque anni. le duemila e passa pagine ovviamente non li coprono interamente. ma che cosa succede fra l’ultima pagina del primo libro e la prima del secondo? ci passa un anno, un anno importante, in cui la vita della protagonista prende una piega completamente diversa. perchè l’autore ha scelto di non raccontare nulla? e naturalmente questo è solo un esempio, ci sono molti salti, anche se più brevi, che non sempre condivido.

io quando scrivo sono anche troppo meticolosa, lo so e lo vedo come un difetto. io registrerei tutto, sono più una telecamera fissa puntata sui miei personaggi. ma scegliere cosa raccontare e cosa no è difficile.

 

ho letto un libro di recente, e non è un fantasy. ogni tanto mi capita! si chiama Colpiscimi ed è di Olivia Corio, è breve, solo 200 pagine.

SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
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Come una quindicenne…

Mi sono innamorata di questo individuo. Di cui esistono anche foto un briciolo meno impietose (qui sembra quasi un figo) Ma non è questo il punto, non me ne importa un accidente della sua faccia. Quest’uomo è un genio. Io sono una che quando ama un libro lo divora, ma raramente rileggo nonostante la mia memoria sia tutto tranne che buona.

E invece dopo meno di un anno dalla prima lettura sono qui che rileggo, con la stessa identica passione, il primo volume della saga. Cercando di tenere un ritmo più decente, di non fare le quattro di notte per andare avanti… cavolo, lo so che cosa succede! e di capire bene l’intreccio. Perchè mentre lo leggevo, beh… non avevo proprio immaginato come sarebbe andato a finire. Ho amato molto il primo volume, e sperato per tutto il secondo e il terzo che Kelsier non fosse davvero morto (nessuna rivelazione sconvolgente: è scritto nel risvolto di copertina del secondo volume…) e che prima o poi sarebbe tornato a sottrarre Vin a quell’idiota di Elend. Ho sperato in una loro storia per tutto il primo volume, ma adesso che ho letto praticamente qualunque cosa Sanderson abbia detto a proposito di quella serie so che non ne aveva nessuna intenzione e ha disseminato di quei fastidiosi aggettivi “paterno” ovunque apposta. Va bene, il clichè dell’allieva che si innamora del maestro è piuttosto trita, lo ammetto. Ho fatto un pochino di fatica in più sul secondo volume, che è un po’ più lento e fin troppo guerresco per i miei gusti (ovvero ci ho messo forse 10 giorni anzichè 7…) e il terzo… beh, ha fatto il miracolo: è riuscito a trasformare Elend da odioso ad accettabile protagonista. Anche se alla fine il vero protagonista non è lui e nemmeno Vin… un’idea davvero geniale per un personaggio che riesce ad essere simpatico nella sua “stranezza” fin dalla sua prima apparizione, e che anche se si pone da sè come figura di secondo piano poi finisce per raccogliere sempre le confidenze di tutti e per togliere le castagne dal fuoco quando la situazione sembra disperata… E poi più andavo avanti più scoprivo che qualunque dettaglio aveva un senso, che una cosa detta nelle prime 100 pagine del primo volume era detta apposta perchè a pagina 600 del terzo si capisse… una costruzione perfetta. E così m’è venuta voglia di rileggere con calma per assaporare queste cose, per ritrovarle tutte, ora che so.

Inevitabile, il desiderio di sapere di più. Mi sono letta con Google Translator e molta fantasia tutte le annotazioni che ci sono sul sito, mi sono messa a seguire i tweet di Sanderson e ho letto più o meno tutto ciò che lo riguarda che ho trovato in rete.

Probabilmente diventerà famoso per aver completato La Ruota del Tempo, e io non sono ancora riuscita a iniziarla. Sono indietro… vediamo… di circa 10000 pagine prima che siano scritte da lui… non so se ce la posso fare. In compenso colta da un raptus di follia mi sono ordinata questo suo libro in francese, visto che della traduzione italiana non c’è traccia. Mi sto sopravvalutando, pensando di riuscire a leggerlo in francese?

Ho anche letto che c’è in progetto (anzi veramente dovrebbe essere già uscito, ma sono in enorme ritardo) un gdr basato su Mistborn e ovviamente sono curiosissima, visto che mi era venuta la stessa idea. Ho cercato di essere realista e l’ho ricacciata indietro.

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