Categoria: cose

Buon 2021!

Che dire? si è chiuso un anno difficile sotto molti aspetti, personali e sociali.

Speriamo di ricominciare meglio, da questo punto di vista non dovrebbe essere difficile, per il nostro ’21.

Sono viva, eh.

Ma fa caldo…

Vabbè, lasciamo stare le sciocchezze e veniamo alla “ciccia”.

A marzo, anzi, gli ultimi giorni di febbraio, ho iniziato a stare male, abbiamo chiamato la guardia medica, che ha detto che era influenza, poi la dottoressa della mutua che ha detto pure lei che era influenza, poi dopo un mese che stavo ridotta a uno straccio le è preso il dubbio: “E se fosse covid?” Ho fatto il test ma il risultato non arrivava mai, e sono finita al pronto soccorso in ambulanza. Lì hanno accertato che no, non era covid, e hanno cercato di capire la causa, intanto io stavo sempre peggio e non poteva venire nessuno perché c’era la quarantena. Sono stata in ospedale un mese, sempre a letto, circondata da infermiere che non avevano il “garbo” necessario, mi sono fatta un primo prelievo dell’acqua in cui sguazzava il mio polmone sinistro, e poi visto che non bastava, un’operazione in piena regola.

Sono tornata a casa il 4 maggio, uno straccio. Tempo di farmi ancora un po’ di antibiotici, e poi è cominciata la ripresa.

Beh, volendo guardare il lato positivo, non ho sentito la quarantena, che invece ha fatto dare di testa a diversi miei amici. Ah, e poi sono dimagrita.

Buon Natale

Devo essere particolarmente sfortunata, il mese di luglio. L’anno scorso mi ruppi la mano, quest’anno ho fatto di meglio. Un bell’ictus il 7 di luglio, che mi ha lasciato sempre cosciente ma un po’ malridotta (che già la carrozzeria non era delle migliori…). Sono stata in ospedale per 5 mesi e mezzo, mi hanno lasciato uscire per Natale. La ripresa è ormai completa, non dovrò tornare in ospedale.

Inizia una nuova fase della mia vita, per riprendermi quel po’ di indipendenza che avevo.

Come si cambia…

Da quando Diesel ha dei problemi di vista (in questa foto gli occhi le sono venuti particolarmente strani… comunque ha le pupille molto grandi, come se fosse sempre al semibuio, e un po’ troppo opache) è passato un mese. Dopo i primi giorni di smarrimento (di entrambe) lei si è adattata alla grande, così tanto che mi viene quasi da dubitare che davvero non ci veda, ma siamo state dalla vet specialista in oculistica e ha diagnosticato il distacco della retina dovuto alla pressione alta e la perdita totale di un occhio e un piccolo residuo di vista conservato dall’altro. Prende delle pastiglie che dovrebbero scongiurare altri sbalzi di pressione, e per fortuna le prende senza fare storie.

La cosa singolare (o forse non poi tanto) è quanto è cambiata di carattere, e di come è cambiato il nostro rapporto. Diesel è sempre stata una gatta stranina, si è sempre fatta i cavoli suoi, non dormiva nel letto se non in rare occasioni, e quelle poche volte stava in un angolo sui piedi, di giorno si cercava un posto tranquillo ed ero abituata a non vederla se non un paio d’ore al massimo, di sera. Adesso se sono in casa lei è letteralmente fra i miei piedi, preferibilmente sotto la scrivania. A dormire di più con me aveva già imparato un po’ di più, da quando siamo rimaste da sole, ma ora mi dorme appiccicata addosso (sarà divertente quest’estate…) e sono un paio di giorni che mi sveglio con lei avvinghiata a una mia mano, che è ormai piena di graffi (che bruciano maledettamente quando lavo i piatti o uso qualsiasi tipo di sapone). Non graffiava neanche da piccola… Tonina sì, era terribile, mi ricordo sempre che il veterinario quando mi vide per il richiamo dei vaccini mi disse che dovevo assolutamente scoraggiarla dal comportarsi così, altrimenti avrebbe graffiato (erano in verità più morsi che graffi) per tutta la vita, e io mi domandavo come avrei dovuto fare a convincerla… ma funzionò. Che poi non sono graffi “cattivi”, è solo che mi appoggia le zampe sulla mano, e ha sempre avuto gli artiglietti molto affilati, e io la pelle delicata. Basta poco perché lasci il segno.

Anche adesso, io mi faccio un sacco di problemi, mi chiedo come fare a “spiegarle” le cose, come fare ad aiutarla quando la vedo in difficoltà, eppure sono poco meno di quindici anni che viviamo insieme (li festeggeremo, spero, ai primi di giugno), e di solito lei mi capisce molto meglio del previsto, e comunque se la sa cavare. Ha una capacità di adattamento e di compensazione pazzesca, dopo pochi giorni ho cominciato a vederla muoversi con sempre maggiore disinvoltura, e oggi l’ho trovata sopra al tavolo di cucina. Non ci saliva da anni, così come non faceva salti impegnativi da molto tempo. Lì per lì mi sono chiesta se ci era salita apposta o se si era “persa”, se dovevo aiutarla. Beh, l’ho lasciata fare, ed è scesa, quando ha deciso di farlo, senza far cadere niente, così come non aveva fatto pasticci quando in mia assenza ci era salita. Incredibile.

Adesso ronfa beata nello stesso posto della foto, quindi praticamente fra i miei piedi, e io non oso muovermi per non disturbarla…

Il consueto post di inizio anno…


Inutile che faccia i soliti buoni propositi di scrivere con regolarità ecc, tanto poi li mantengo a spizzichi.
Nel tentativo di migliorare da questo punto di vista quest’anno ho deciso di tornare anche alla carta. Ho un’agenda sottoutilizzata e quindi ho messo una sezione apposita dove ogni sera vorrei scrivere qualcosa. Una specie di diario come facevo da ragazzina, visto che comunque qui le cose personali non è il caso di metterle.

Grandi novità

Grazie al mio insostituibile espertone Alessio ho una nuova e bellissima home page del sito, attraverso la quale potete raggiungere questo blog e gli altri miei social.

Alcune piccole cose sono ancora da sistemare, ho appena fatto un lavoro *mostruoso* mettendo a posto le categorie di più di 400 articoli sparsi nel tempo, dopo aver ridotto le suddette categorie a 4 e aver semplificato il più possibile. Ho lasciato senza categoria la maggior parte dei post che ho scritto non per il “pubblico”, tanto appunto quelli non sono visibili… Ma il grosso dovrebbe essere a posto.

Un paio di settimane fa avevo anche messo, come avrete visto, un nuovo header.

L’autunno è il momento giusto per ricominciare!

Preptober, ovvero: manca un mese al NaNoWriMo

E anche quest’anno sono quasi pronta a non riuscire a fare il NaNo… ormai è una tradizione, parto tutta convinta e poi…  Ma gli altri anni ho sbagliato approccio, ne sono quasi certa. Aspettavo il 1 novembre per partire, e regolarmente finiva molto in fretta, altro che cinquantamila parole in un mese… Ma anche grazie al gruppo fb che se ne occupa per l’Italia ho scoperto tutto un percorso di preparazione da seguire nel mese di ottobre per arrivare al 1 novembre con gli strumenti giusti e le idee chiare.

Ma partiamo dall’inizio: il NaNoWriMo, amichevolmente NaNo, significa National Novel Writing Month ed è un evento a cadenza annuale. La sfida, con se stessi, è quella di riuscire a scrivere in 30 giorni 50mila parole con un senso, un racconto, l’inizio di un romanzo, o qualunque altra cosa scritta. La cosa che inizialmente mi pareva assurda era proprio il fatto che la sfida sia con se stessi e basta: è tutto basato sulla fiducia, c’è un sito su cui ci si registra e si inserisce ogni giorno il numero di parole scritte fino a quel punto, ma in effetti nessuno controlla che sia vero… eppure funziona. Poi appunto c’è il forum collegato al sito e ci sono dei gruppi fb, ma non è obbligatorio parteciparvi. L’idea che sta alla base di tutto è che per scrivere sia necessaria una certa disciplina, e che “obbligarsi” a scrivere almeno un certo numero di parole ogni giorno (circa 1500, per raggiungere l’obiettivo a fine mese) sia terapeutico. A me il primo anno ha dato solo ansia, il secondo pure, ma poi erano anche successi vari casini della vita reale che mi avevano tolto tempo e concentrazione, l’anno scorso ho raggiunto l’obiettivo solo a dicembre inoltrato, ma è stata ugualmente una soddisfazione. Quest’anno ho una scadenza più avanti per un progetto a cui mi piacerebbe partecipare, e quindi perché non cogliere l’occasione? La sfida come si diceva è con me stessa, e per quel progetto di parole me ne bastano 30mila. Perciò potrei anche optare per una versione personale del NaNo e puntare alle 30mila parole, che comunque è già un bel po’. Se poi va bene, tra ripensamenti, correzioni, modifiche e varie si potrebbe arrivare alle fatidiche 50mila. Anche perché nel frattempo ci sono le altre mille cose da fare, dal lavoro alla sopravvivenza spicciola ;)

Dicevamo della preparazione: questa qui sopra è la tabella con i suggerimenti, giorno per giorno, per tutto il mese. Magari non tutti sono indispensabili, gli ultimi punti sono specifici per chi ha deciso di seguire il NaNo con precisione, la faccenda del kit di sopravvivenza fa un po’ sorridere, ma la maggior parte sono utili spunti di riflessione. Sul gruppo fb NaNoWriMo Italia ogni giorno il tema viene sviscerato e discusso e vengono forniti ulteriori materiali (per esempio oggi si parlava di brainstorming e c’era disponibile un documento che illustrava alcuni metodi di lavoro e proponeva anche degli esercizi pratici)

Insomma, ci si prova anche quest’anno…

Sono viva…

Sono quasi tre mesi che non scrivo niente… per la primissima parte di questo periodo non ho giustificazioni, poi un po’ sì, mi sono fatta male alla mano destra e se scrivere a mano era proprio impossibile (e faccio ancora un po’ fatica a tenere la penna) digitare insomma, era comunque tutto tranne che agevole. Poi era estate, stagione che amo pochissimo, non mettevo quasi il naso fuori casa, e le già non moltissime cose da raccontare sono diventate nulle, o quasi.

fa un po’ romanticume banale, ma a me ispirava il concetto di nuovo inizio…

Però ho letto un casino. Era praticamente l’unica cosa che potevo fare, almeno finché non ho tolto il gesso, e ho anche fatto amicizia col mio vecchio lettore Sony più di quanto sia mai successo nei credo cinque anni da cui lo possiedo, dato che anche semplicemente reggere il libro cartaceo in mano era un discreto problema.

Con calma vedrò di aggiungere man mano le impressioni di lettura di tutto quello che mi è passato sottomano in questi mesi.

4/5 giugno 2004 Era una notte buia e tempestosa…

In effetti no, il meteo era normale, credo, non ricordo nulla di eccezionale in nessun senso. Era una serata quasi estiva e io e Alessio stavamo tornando a casa dopo aver perso l’ultimo pullman, come al solito. Sì, in effetti erano tre fermate, ma se facevamo a tempo lo prendevamo per pigrizia. Eravamo stati a giocare in un locale che non esiste più e che per un po’ è stata la nostra seconda casa, gestito da un tizio bizzarro e dal suo gatto senza un occhio.
Arrivati a due isolati dalla meta notiamo un tizio che agita una lattina di birra e miagola sgraziatamente. Suppongo che la lattina fosse ormai vuota, e che non fosse affatto la prima… Ci avviciniamo, dovevamo passare oltre, e il tizio ci ferma spiegandoci che c’è un gattino che si è nascosto sotto la macchina e sta cercando di prenderlo ma non ci riesce. Beh, in effetti, se il sistema è quello, lo credo che non gli riesce. Ci fermiamo, lo zittiamo e ascoltiamo.
Si sente un miagolio da cucciolo provenire dall’auto. Continue reading

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