4/5 giugno 2004 Era una notte buia e tempestosa…

In effetti no, il meteo era normale, credo, non ricordo nulla di eccezionale in nessun senso. Era una serata quasi estiva e io e Alessio stavamo tornando a casa dopo aver perso l’ultimo pullman, come al solito. Sì, in effetti erano tre fermate, ma se facevamo a tempo lo prendevamo per pigrizia. Eravamo stati a giocare in un locale che non esiste più e che per un po’ è stata la nostra seconda casa, gestito da un tizio bizzarro e dal suo gatto senza un occhio.
Arrivati a due isolati dalla meta notiamo un tizio che agita una lattina di birra e miagola sgraziatamente. Suppongo che la lattina fosse ormai vuota, e che non fosse affatto la prima… Ci avviciniamo, dovevamo passare oltre, e il tizio ci ferma spiegandoci che c’è un gattino che si è nascosto sotto la macchina e sta cercando di prenderlo ma non ci riesce. Beh, in effetti, se il sistema è quello, lo credo che non gli riesce. Ci fermiamo, lo zittiamo e ascoltiamo.
Si sente un miagolio da cucciolo provenire dall’auto.

Seguono le tre o quattro ore più strane, faticose e frustranti della mia vita, almeno finora.
Le proviamo tutte, incluso chiamare l’amico del locale in cui eravamo e chiedergli di raggiungerci con una scatoletta di cibo del suo gatto. Casa nostra era più vicina ma Toni, la gatta che stava con noi da tre anni, preferiva nettamente i crocchi, specie d’estate, e non avevamo scatolette adatte. Facciamo il giro dei (pochi) locali presenti all’epoca in zona, sperando di trovare il proprietario dell’auto e farcela aprire. Ovviamente mentre uno stava di guardia. Chiamiamo un veterinario a caso col servizio notturno (il nostro non lo aveva) che dispensa consigli vaghi, chiamiamo i vigili urbani e quelli del fuoco senza ottenere nulla: il dialogo: Ma la macchina è sua? No. Il gatto è suo? No. E allora qual è il problema? è impresso a fuoco nella mia memoria.
Verso le quattro del mattino non so grazie a cosa riusciamo ad acchiappare la creatura.
Porto una (ingombrante) bandiera della pace legata alla borsa (è il periodo della guerra in Iraq e andavamo spesso alle manifestazioni) e la uso per avvoltolarci dentro il cucciolo sporco nervoso e sfinito che abbiamo finalmente tirato fuori dall’auto.
Sulla via del ritorno a casa incrociamo il panettiere che stava all’angolo fra via Madama Cristina e via Silvio Pellico e ci regala una pagnotta calda appena sfornata per festeggiare.
E adesso inizia il bello: come la prenderà Toni, la nostra gatta, regina incontrastata della casa da tre anni? come ci gestiamo ‘sto scricciolo in attesa che faccia giorno e si possa andare dal veterinario?
Finisce che dormiamo separati, io in camera da letto con Toni e Alessio sul divano col cucciolo. Che ripulito è bianco e nero e dimostra un bel caratterino.
Il veterinario il mattino dopo dice che è femmina, che ha circa 30/35 giorni e che a parte i soliti parassiti da cucciolo sta benone. Sbaglia a scrivere la data presunta di nascita sul libretto, mi chiede un po’ perplesso come deve scrivere il nome che non ha capito bene.
Diesel, l’abbiamo tirata fuori da un motore.

Diesel sta con me da 14 anni, con la Tonina si sono sopportate e apparentemente non troppo amate per tredici anni di convivenza, ma quando s’è trovata sola ha avuto una crisi di depressione, che pare più o meno superata. Stiamo un po’ faticosamente imparando a vivere insieme, io e lei, e a volerci bene. Perché lo ammetto, Toni era la mia prediletta, la prima, tranquilla, più simile a me in tante cose. Diesel è stata una giovane gatta impegnativa, da recuperare in giro per il palazzo da balconi altrui, che camminava sul bordo della ringhiera, che voleva fare giochi “violenti” a suon di graffi e morsi. Crescendo è diventata particolarmente sociopatica, passa la maggior parte delle sue giornate nascosta, sopporta solo me e suo zio Fulvio, con cui inaspettatamente aveva legato subito. Quando nel 2009 Alessio s’è trasferito a Roma, anzi, forse prima ancora, dopo che ci eravamo lasciati, s’è parlato di spartirci le gatte e tenerne una a testa. Un’idea un po’ del cavolo, lo ammetto. Ovviamente a me sarebbe spettata Toni. Poi una serie di circostanze, di altri gatti difficili già presenti e di allergie hanno fatto sì che restassero tutte e due con me.
E niente, l’altra sera ragionavo sul fatto che ohibò è quasi il compleanno di Diesel, e invece mi confondevo, è già passato, e con un sacco di sensi di colpa ho fatto i conti col fatto che non ricordavo neppure la data precisa del ritrovamento, che ero convinta fosse inizio luglio e non inizio giugno. Festeggiamo almeno quello… Mi sono sentita una mamma gatta molto degenere. Già non ho (più) foto di quand’era piccola, svanite con la rottura di un hard disk tempo fa (insieme a tantissima altra roba)
Con l’aiuto di Google ho ricostruito tutto: era la prima notte bianca di Torino (e questa era l’altra scusa fondamentale che accampavano i vigili per non intervenire) e di lì a dieci giorni avremmo iniziato un impegno serale come punto libreria al Colonia Sonora in parallelo all’attività diurna del negozio. Una faticaccia tremenda, e non eravamo mai a casa, e Diesel è venuta su un po’ a caso e un po’ come ha voluto Toni, alle cui cure l’avevamo dovuta affidare.
Non sembra per nulla una gatta di quattordici anni. E’ un po’ tondetta ma ha conservato l’aspetto e la struttura fisica da cucciola, anche se da tempo il salto più impegnativo che le vedo compiere è quello per salire sul letto di notte quando ci sono anche io. E però ‘sti quattordici anni li ha, giorno più, giorno meno, e io ho sempre più ansie all’idea che il tempo che ci resta da passare insieme si assottigli sempre di più, e dall’altra ho seguito il consiglio della veterinaria e non ho cercato un altro gatto per ricostruire il duo, lei non era d’accordo e io non mi sentivo affatto pronta a gestire un nuovo arrivo in casa. Non so se lo sarò mai. Spero di doverci pensare il più tardi possibile.

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