Antonio Manzini – Gli ultimi giorni di quiete

Paola, la titolare de I libri di Eppi, è una tipa tosta. Non sceglie mai i libri a caso, né quando le chiedi un consiglio per un libro da regalare, né tantomeno per il gruppo di lettura. A gennaio avevamo Gli ultimi giorni di quiete, ultima fatica di Manzini. Non Schiavone, ahia. Già, ma Paola adora Manzini, e io no. Tollero Schiavone, ma non il resto. Vabbè, però è il primo appuntamento col gruppo di lettura, e Paola non mi ha mai rifilato una sola, come si dice.

Così mi sono decisa a leggerlo, e mi ha conquistato dalla prima all’ultima riga.

La storia è semplice: Pasquale e Nora sono tabaccai, e un giorno, sei anni prima, hanno subìto una rapina quando il loro unico figlio era in negozio. Corrado é morto, a causa di quella rapina, e loro non si sono mai ripresi.

Nora è sola in treno quando incontra casualmente Paolo Dainese, il rapinatore di quella volta, e l’incontro la sconvolge, le fa tornare in mente tutto l’odio che prova nei suoi confronti. Racconta tutto al marito, che si propone in segreto di tendere un agguato all’uomo, e lei si organizza per una sua vendetta, anche lei senza dir nulla al marito. Da questo punto in poi le loro vite prendono una piega opposta, ciascuno dei due immerso nei propri preparativi. Pasquale si procura una pistola e va in campagna a provare a sparare, e si rende conto che non ce la farebbe mai. E non si è nemmeno procurato l’indirizzo di Dainese. In tutto questo ha uno scontro con la sorella e con il figlio disabile di lei, e questo lo porta a confessare alla moglie quale era il suo piano. Nora è ben più diabolica: ottiene facilmente l’informazione su dove abiti Dainese, con chi stia, dove lavori e inizia una campagna di persecuzione silenziosa, con lo scopo (apparente) di far impazzire Dainese. Non svelo il finale, tragico e sconvolgente. Il piano che probabilmente aveva in mente fin dall’inizio è perfettamente riuscito.

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