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Preptober, ovvero: manca un mese al NaNoWriMo

E anche quest’anno sono quasi pronta a non riuscire a fare il NaNo… ormai è una tradizione, parto tutta convinta e poi…  Ma gli altri anni ho sbagliato approccio, ne sono quasi certa. Aspettavo il 1 novembre per partire, e regolarmente finiva molto in fretta, altro che cinquantamila parole in un mese… Ma anche grazie al gruppo fb che se ne occupa per l’Italia ho scoperto tutto un percorso di preparazione da seguire nel mese di ottobre per arrivare al 1 novembre con gli strumenti giusti e le idee chiare.

Ma partiamo dall’inizio: il NaNoWriMo, amichevolmente NaNo, significa National Novel Writing Month ed è un evento a cadenza annuale. La sfida, con se stessi, è quella di riuscire a scrivere in 30 giorni 50mila parole con un senso, un racconto, l’inizio di un romanzo, o qualunque altra cosa scritta. La cosa che inizialmente mi pareva assurda era proprio il fatto che la sfida sia con se stessi e basta: è tutto basato sulla fiducia, c’è un sito su cui ci si registra e si inserisce ogni giorno il numero di parole scritte fino a quel punto, ma in effetti nessuno controlla che sia vero… eppure funziona. Poi appunto c’è il forum collegato al sito e ci sono dei gruppi fb, ma non è obbligatorio parteciparvi. L’idea che sta alla base di tutto è che per scrivere sia necessaria una certa disciplina, e che “obbligarsi” a scrivere almeno un certo numero di parole ogni giorno (circa 1500, per raggiungere l’obiettivo a fine mese) sia terapeutico. A me il primo anno ha dato solo ansia, il secondo pure, ma poi erano anche successi vari casini della vita reale che mi avevano tolto tempo e concentrazione, l’anno scorso ho raggiunto l’obiettivo solo a dicembre inoltrato, ma è stata ugualmente una soddisfazione. Quest’anno ho una scadenza più avanti per un progetto a cui mi piacerebbe partecipare, e quindi perché non cogliere l’occasione? La sfida come si diceva è con me stessa, e per quel progetto di parole me ne bastano 30mila. Perciò potrei anche optare per una versione personale del NaNo e puntare alle 30mila parole, che comunque è già un bel po’. Se poi va bene, tra ripensamenti, correzioni, modifiche e varie si potrebbe arrivare alle fatidiche 50mila. Anche perché nel frattempo ci sono le altre mille cose da fare, dal lavoro alla sopravvivenza spicciola ;)

Dicevamo della preparazione: questa qui sopra è la tabella con i suggerimenti, giorno per giorno, per tutto il mese. Magari non tutti sono indispensabili, gli ultimi punti sono specifici per chi ha deciso di seguire il NaNo con precisione, la faccenda del kit di sopravvivenza fa un po’ sorridere, ma la maggior parte sono utili spunti di riflessione. Sul gruppo fb NaNoWriMo Italia ogni giorno il tema viene sviscerato e discusso e vengono forniti ulteriori materiali (per esempio oggi si parlava di brainstorming e c’era disponibile un documento che illustrava alcuni metodi di lavoro e proponeva anche degli esercizi pratici)

Insomma, ci si prova anche quest’anno…

Carramba che sorpresa!

Mail 4 U

Oggi è successa una cosa buffa.
Cioè, veramente non oggi, è già successa qualche tempo fa, però ne ho presa completa coscienza solo oggi. A volte ci metto un po’ :D
Mesi fa entro a far parte di alcuni gruppi su FB dedicati alle agende, ai traveller notebook e compagnia, in cerca di ispirazione per i miei progetti di agenda del nuovo anno. E incontro un’altra iscritta con cui scambio qualche commento, qualche mipiace, il solito iter delle amicizie su facebook. Mi risulta istintivamente simpatica, e boh, io sono molto istintiva in queste cose (un po’ meno rispetto a quando ero più giovane, ma comunque lo sono ancora parecchio).
Morale, facciamo amicizia in maniera diretta, al di là del gruppo, lei dice che ci siamo conosciute da ragazzine, io non mi ricordo, guardo il suo profilo, le sue foto, e no, non mi dice nulla, oltretutto abitiamo a quelle quattro ore di treno di distanza e io dalle sue parti ci sono stata solo da abbondantemente adulta. Chissà con chi mi confonde. Io non ci penso più, continuo a trovare una certa sintonia in quello che posta, scambiamo ancora qualche messaggio qua e là, finché oggi capita che la contatto per acquistare un oggetto che ha messo in vendita su un sito e… CARRAMBA CHE SORPRESA! :D mi dice il suo vero nome, visto che devo farle avere il pagamento, e sì certo che la conosco e mi ricordo di lei! Devo avere ancora da qualche parte nelle scatole dei ricordi con i miei diari che tenevo scrupolosamente tutte le sue lettere :) E’ la mia amica di penna di quando avevamo forse dodici o tredici anni!

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In cerca di ispirazione (finora invano)

Uff.
In cerca sempre di ispirazione per il NaNo2017 ho “pericolosamente” digitato su google la ricerca Omicidio mascherato da suicidio, trovando fra le prime voci una menzione di un racconto di Simenon con protagonista Maigret. Visto che – lo confesso – non avevo mai letto Simenon, ho cercato quel racconto e l’ho trovato in una raccolta di una collana “giallo junior” e già questo avrebbe dovuto insospettirmi, forse. Ho reperito il libro in biblioteca e l’ho letto in poco tempo, sono quattro racconti non molto lunghi, e ora sono depressa.
Intanto, non mi è piaciuto. E’ lento, noioso, non c’è niente che venga davvero spiegato, è tutto affidato alle “geniali intuizioni” di Maigret, e perdipiù il personaggio, almeno in questi racconti, è veramente banale, anonimo, potresti cambiargli il nome e non cambierebbe niente. Mi aspettavo una bella figura di investigatore, e sono rimasta delusa. Ma vabbè, era altro che cercavo. E non ho trovato neanche questo. Nessuna delle storie è basata sull’equivoco che avevo cercato su google. Una volta sola, all’inizio del primo racconto, in un elenco di cose legate al crimine, viene citato appunto un omicidio mascherato da suicidio, e finisce lì.
Devo riprendere la ricerca, e siamo già a metà mese, il NaNo si avvicina e io ho anche le idee molto poco chiare su cosa voglio scrivere.
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#NaNo2017 Manca un mese


Sì, manca un mese. Anzi, meno.
Ma in rete inizia a esserci un po’ di fermento, e manco a farlo apposta, ieri sera mentre me ne stavo a PortaNuova appoggiata a una colonna di marmo ad ascoltare uno sconosciuto che suonava Einaudi ho iniziato a pensare a una storia che lo riguardasse, cioè, forse non proprio lui, che non mi piaceva neppure troppo come figura, ma un tizio che in questo caso ogni giorno, puntuale, va in stazione e suona il piano. Sono rimasta affascinata dalla gente che si fermava a guardare e soprattutto spero ad ascoltare, a com’erano diversi fra loro, c’era di tutto, da quello che probabilmente in stazione ci vive alla ragazza tutta fighettina che forse ogni giorno prende il treno e va a lavorare a Milano, o fa la commessa in una di quegli improbabili negozi che ci sono in stazione (alcuni non li capisco: ok, prima di partire mi compro un libro, ha senso, ma le lavatrici? o i vestiti di lusso?). Io me ne stavo un po’ discosta, mi sembrava invadente avvicinarmi troppo, alcuni erano appoggiati al piano, ho pensato che se fossi stata io a suonare mi avrebbe dato fastidio. E avrei voluto avere il coraggio di fare un giro di domande, alla fine, e scoprire quanti avevano un’idea anche vaga di cosa stavano ascoltando. Temo nessuno.
Poi sono uscita e c’era un altro tizio, non troppo dissimile dal pianista, gli somigliava un po’ da lontano, che litigava al telefono con una donna, ad alta voce, platealmente, senza alcun pudore. Non sembrava aggressivo anche se urlava, piuttosto disperato.
Le due scene si sono in qualche modo fuse e collegate e non riesco a smettere di pensarci, di ipotizzare cose improbabili.
E siccome fra un mese inizia il NaNo e sono due anni che ci provo, con la solita storia fantasy, e non vado oltre un decimo dell’impresa, quest’anno forse è ora di cambiare completamente argomento e genere.
Vediamo se i miei pensieri prendono una qualche forma…

NaNoWriMo2016

nano2016
Novembre, il NaNo. Che se vogliamo è un’assurdità, un’americanata insensata. Perché uno dovrebbe farsi prendere dalla follia collettiva di scrivere 50000 parole entro la fine del mese? Non si vince niente, e non solo, è facilissimo trassare, dal momento che si autodichiara il numero di parole scritte. E’ una sfida con se stessi, arrivare a fine mese. L’anno scorso era andata malissimo. Ma era stata una roba strana, ero partita con poca convinzione, avendo scoperto cos’era solo pochi giorni prima, e avevo pasticciato, non avevo una storia pronta, non sapevo bene cosa scrivere. Anzi, devo confessare una cosa: è passato solo un anno ma non riesco a ricordare che cosa stessi cercando di scrivere. Per dire quanto ero andata avanti e con che convinzione…
Poi boh, non ci avevo più pensato.
Poi arriviamo a ottobre, e come capita di tanto in tanto, *la* storia mi torna a tormentare. Ricomincio a riflettere su Mandala e compagnia. Sono passati più di dieci anni e quella storia continua a tormentarmi, continuo a pensarci. Faccio l’ennesima ristrutturazione, tappo qualche buco, decido di cominciarla un capitolo più avanti perché è inutile, il capitolo scritto di fatto da Max qualche anno fa riscrivendo il mio è dannatamente migliore di quel che potrei fare io e semplicemente non me la sento di riscriverlo, so già che non ne sarei soddisfatta, e allora l’unica è iniziare un poco più avanti, diciamo il giorno dopo. E tenere gli avvenimenti di quel capitolo come buoni ma farli capitare prima, e solo raccontare in maniera indiretta.
E visto che novembre è alle porte, perché non provare a “usare” il NaNo come stimolo per scrivere? io sotto scadenza di solito funziono meglio.
Scrivo qualche pagina, inizio a prenderci gusto, e poi ci si mette di mezzo il destino. Ufficialmente era ancora ottobre, il ponte dei santi, quando succede che la realtà e la finzione si mischino maldestramente. Insomma, un tizio è finito dentro perché in un suo romanzo aveva descritto dettagli particolareggiati di un omicidio, e hanno stabilito che non era possibile la coincidenza, poi mi pare l’abbiano scagionato, comunque è stato per un po’ in galera (e io non sono per nulla convinta che sia innocente, ma vabbè). Non è proprio la stessa cosa, ma quando descrivi una roba e quella roba succede, anche se non proprio uguale, e coinvolge persone a cui tieni, è dura proseguire. Anche perché la finzione è solitamente molto più gentile della realtà. I personaggi letterari si riprendono dalle peggiori disgrazie con estrema facilità, non hanno quasi mai strascichi, a meno che siano funzionali alla trama, e si svegliano in ospedali perfettamente efficienti con la messa in piega in ordine e il trucco appena ritoccato. Nella realtà non va così. Mi ci è voluto qualche giorno per cercare di venire a patti con questa roba, per ragionarci su e stabilire che sì, potevo continuare, che non aveva senso “colpevolizzarsi” per questa cosa. Mi è stato addirittura detto a mo’ di incoraggiamento che l’idea che la mia personaggia potesse uscire quasi indenne da quell’esperienza così simile alla realtà poteva essere di buon auspicio, e io ci ho creduto. Perché mi stava bene crederci, perché… boh.
E poi la realtà è peggiorata fermandosi in bilico che è quasi peggio, o bianco o nero, perché un grigio indefinito in cui è ancora più facile perdersi? e io mi sono bloccata ancora.
Ho pensato a come modificare e togliere questa cosa, ma non posso farlo, è sempre stato uno dei punti fermi della trama, benché lo ammetto non sia davvero funzionale a nulla, non c’è un motivo per cui debba andare così, funzionerebbe lo stesso in effetti anche senza. Ma non riesco a pensare i primi capitoli senza questo avvenimento, e io questa storia l’ho scritta tutta una volta, e poi l’ho riprovata più volte, e mi sono sempre arenata, ma la prima parte l’ho ripresa tante volte, e sempre uguale. Purtroppo sono andati persi con un hard disk che si è rotto, ma avevo fatto un interessante esercizio: la stessa identica storia vista con gli occhi di lei, con gli occhi di lui, e in terza persona. Che è stata poi la scelta finale. E ogni volta l’inizio era sempre lo stesso, pur nel cambio prospettico: lei subiva la situazione, lui la gestiva, ma era sempre tutto uguale.

Ora è già passata la prima settimana di NaNo e io sono molto indietro, forse irrimediabilmente. E a dirla tutta non sono ancora sicura di cosa voglio fare.

Il nuovo gruppo

Ho trascurato le disavventure della povera Mia, alle prese col suo amore impossibile per il principe malato… in realtà è quasi tutto scritto, devo solo dargli una risistemata e pubblicarlo, ma sono stata molto presa in queste ultime settimane.
Già l’avvicinarsi delle feste ha provocato un aumento degli impegni (e manca una settimana e ho ancora dei regali da prendere!!) l’altra mezza giornata lavoro in ufficio, e la sera per una serie di combinazioni avevo un sacco di impegni tutti negli stessi giorni. Poi mi sono anche presa un malanno, per fortuna in due giorni ero di nuovo in forma.
E poi ho ripreso a giocare a D&D, anche se questa volta con la seconda edizione, che praticamente non conosco. Ero un po’ prevenuta, gruppo nuovo, facce conosciute (poco) per altri giochi in cui non sono riuscita ad inserirmi, un gruppo poi particolarmente numeroso (siamo NOVE giocatori più il master) in cui sono l’unica ragazza. Un po’ retro, proprio come l’edizione che usiamo!
Per il momento abbiamo giocato tre volte e sono molto soddisfatta: il bg della mia pg mi sa che presto finirà qui, e mi ci sono già affezionata un sacco. Il master dice di essere fuori allenamento, ma secondo me lo dice apposta… tenere a bada così tanti giocatori (casinisti, tanto) è già una cosa notevole, e ha costruito la storia attorno ai personaggi, dopo averci lasciato la massima libertà nel crearli. Ora capisco perchè abbiamo fatto le schede a settembre per iniziare a giocare a fine novembre… Tra una sessione e l’altra manda messaggi che aumentano la voglia di giocare! Proprio come il gruppo di Alfa ai tempi d’oro. Sono curiosissima di capire che cosa succederà mercoledì prossimo! Ho un’idea, ma non ho assolutamente capito se posso metterla in pratica o se sono clamorosamente sulla strada sbagliata…
Abbiamo anche messo su un sito per raccogliere il materiale, e anche questo mi ricorda tanto il mio amato gruppo del passato. Ci sono già tre giocatori che hanno pubblicato i resoconti, e un quarto si aggiungerà di certo… più di metà del gruppo, è un ottimo risultato.
Mercoledì scorso, Max dice “bene, e con questo ci vediamo la prossima settimana” e ottiene un coro di proteste perchè era GIA’ finita la sessione… ecco, questo è l’unica pecca che ci vedo finora, ma con un gruppo così numeroso non può che capitare. A volte prima che riesci a fare qualcosa, o che tocchi a te, passa così tanto che praticamente giochi davvero per cinque minuti a serata. Ma se prima o poi gli sforzi del master per unire il gruppo verranno coronati da successo (al momento praticamente ognuno sta facendo beatamente il c… che gli pare indipendentemente dagli altri o quasi, e c’è il chierico che davvero non vedo come possa essere compatibile con il mago (e con me che sono amica del mago) e si sta guadagnando occhiatacce anche dagli altri per la sua intolleranza) immagino che anche questo problema si risolverà almeno parzialmente.

Appena finisco di pubblicare il bg di Mia (che per la cronaca non ho più giocato, sembra che trovare una sera che vada bene per tutti sia un’impresa impossibile) passo a quello di Sati. Che però è da scrivere, praticamente. Perchè alla fine avevo spiegato a Max cosa volevo fare e poi prima che lo scrivessi in forma ordinata mi è arrivata una mail che conteneva una proposta di background quasi perfetta, e così non l’ho mai finito. E poi i bg si scrivono quasi sempre in prima persona, ma questa forma non mi soddisfa molto, penso che lo “girerò” in terza.

Il corso di scrittura di Elena Varvello

Trovo un tweet che pubblicizza una nuova puntata di un corso di scrittura, e ovviamente seguo il link.
(questo il link alla prima lezione)
Al momento sono 19 puntate, e me le sono divorate in un paio di giorni.
Riflessioni sparse:
il problema dei dialoghi l’ho superato. così tanto che ne metto pure troppi.
sono d’accordo con quasi tutto, è esattamente il mio modo di vedere le cose.

bene. e quindi? perchè non riesco ad andare avanti? perchè mi sono di nuovo impantanata con un file denominato “scarti” che è più lungo di quello “ufficiale”? perchè per l’ennesima volta sto esplorando vie diverse per raggiungere l’obiettivo? sembra che l’unica cosa di cui io sia certa, in quella storia, sia il finale!

Devo riuscire ad andare avanti e ad avere una stesura completa. Magari insoddisfacente, ma completa.

sono perplessa.
da quando ho ripreso a scrivere, e per dare un senso a ciò che stavo facendo mi sono obbligata a non rileggere il materiale accumulato negli anni, mi sono accorta che oltre ad aver cambiato parecchio stile (scrivo quasi solo dialoghi… mah…) sto cambiando anche punto di vista.
La prima versione era scritta in prima persona dal punto di vista di lei, poi quasi per esercizio stilistico provai a fare l’inverso: un disastro. L’ottica maschile proprio non mi riusciva. Alla fine approdai a una salomonica terza persona, che sembrava più semplice, ma comunque era sempre evidentemente scritto attraverso gli occhi di lei. Ora mi accorgo che mi riesce più difficile, anche se non capisco bene perchè. E’ vero che ho fatto la follia di decidere di giocare il protagonista maschile nella campagna di gdr della domenica sera, ma sta venendo così male, con così poca caratterizzazione, che davvero non credo abbia importanza. Eppure lei sembra quasi sbiadita, e lui invece la vera figura di spicco.
Riuscirò mai a dare a quella roba una forma accettabile?

scrivo, e mentre scrivo vedo già quello che non va, quello che manca.
ma non basta per correggere.
è grave vedere solo gli errori?

All’opera!

Ho ripreso a scrivere. Ho ricominciato dall’inizio, senza rileggere le mille versioni di ciò che ho scritto fino ad ora. Mi sto sforzando di fare un lavoro meno istintivo e un po’ più ragionato, anche se mi domando se abbia senso fare editing in questa fase.
Certo ho sperimentato in passato che anche per la scrittura lasciare indietro le parti più noiose/meno coinvolgenti o semplicemente che appaiono più difficili da scrivere è una pessima idea. Si finisce inevitabilmente per ritrovarsi con un ammasso di file scollegati fra loro e cucirli insieme è un’impresa. Ma anche obbligarmi a scrivere parti che “non vengono” è una traGGGedia! Ci ho messo due sere per una scenetta brevissima e non mi piace neanche…
Forse avrei bisogno davvero di un socio, che magari gradirebbe sviluppare le parti che a me non prendono… ma dove trovarlo? Ho già fatto un grosso passo in avanti riuscendo a parlarne con un paio di persone, raccontando un poco la storia e usando dei suggerimenti ricevuti. Ho sempre avuto pure troppo pudore in queste cose, parlare di ciò che sto facendo mi è difficile anche con gli amici più stretti.

Ovviamente la soluzione più semplice (?) sarebbe eliminare le parti che non riesco a scrivere, ma che fare se sono funzionali alla storia? alcune cose sono state inserite per giustificarne altre, o per rendere più solida la logica della storia, levarle di peso non mi pare mica una buona idea…

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