Oggi è il compleanno di Romeo Berganza, il commissario di polizia coprotagonista dei libri di Alice Basso.
Nel terzo romanzo, Non ditelo allo scrittore, c’è una scena decisamente centrale ambientata a casa della sorella del commissario, Ofelia, e la data è proprio quella di oggi, 7 febbraio. Lì è sabato, e se Alice è stata rigorosa e ha guardato il calendario, allora è il 2015. Quindi oggi ne farebbe cinquantatre, ma è noto che il tempo letterario passa più lentamente. I tre libri, usciti fra il 2015 e il 2017, raccontano una storia che messa tutta di seguito occupa poco più di tre mesi. Il rapimento di Bianca Cantavilla è di ottobre/novembre, nel secondo è dicembre e c’è Natale e si arriva fino al 2 gennaio, il terzo si svolge in una manciata di giorni fra fine gennaio e metà febbraio.
Quando stamattina l’ha ricordato con un post su Facebook s’è scatenato il solito delirio, centinaia di commenti e di foto di attori che potrebbero essere adatti a interpretarne il ruolo in una trasposizione televisiva.
A dirla tutta, la faccia di quest’uomo è uno spettacolo. Non riesco a fare a meno di studiarla. Non che sia particolarmente bella; è che – non so come esprimerlo meglio – dal momento in cui l’ho vista è come se ogni commissario, detective, investigatore privato di cui abbia mai letto una storia non possa che avere avuto esattamente quella faccia lì. Quest’uomo sembra uscito da un libro, anzi, dalla fusione di mille libri. Non è il volto di un comune essere umano, il suo: è il volto di un prototipo. Mi viene quasi da sorridere. Be’, no, da sorridere no – dopotutto sto subendo un interrogatorio in quanto potenziale accusata di sequestro di persona – ma c’è qualcosa nell’uomo che ho davanti, nel suo viso così letterario, che mi mette inspiegabilmente a mio agio.
Io non saprei proprio chi scegliere. Quasi tutti secondo me hanno indicato attori troppo giovani, troppo belli in senso classico. E molti sono già interpreti di altri personaggi polizieschi. Zingaretti è un gran figo, e per alcuni aspetti ci potrebbe anche stare, ma lui E’ Montalbano, punto. E mi spiace, lo so che Camilleri ha descritto diversamente la sua creatura letteraria, se non ricordo male ha i capelli e i baffi, ma anche se ho apprezzato allo stesso modo i libri e i film che riguardano Montalbano non posso proprio vederlo diverso dall’aspetto di Zingaretti.
Da qualche parte, giuro non ricordo dove, ho letto decine di interviste e recensioni che riguardano i libri della Basso, lei ha detto che somiglia a De Niro in Heat, film che non ho visto, non è il mio genere. Boh. L’aria stropicciata c’è, ma è troppo pettinato, e poi ha un accenno di barba e baffi che non dovrebbero esserci. Non so. Con quella descrizione, è dura dargli un viso preciso.
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